Continuano i disservizi idrici ad Aci Sant'Antonio. L’attesa seduta del Civico consesso per discuterne si è conclusa con la decisione, da parte del Consiglio, di far fronte comune per chiedere conto ad ‘Acoset’ delle problematiche ed arrivare in fretta ad una soluzione che possa essere definitiva.
I numerosi interventi da parte dei consiglieri di maggioranza e opposizione hanno evidenziato lo stato drammatico in cui si è venuta a trovare troppe volte l’utenza, con il caso emblematico emerso domenica 21 giugno, quando senza preavviso i rubinetti sono rimasti a secco per un tempo – alla luce della sempre più calda stagione estiva –
decisamente troppo lungo.
Nonostante una differenza di vedute a volte netta circa alcune decisioni da assumere, con le richieste provenienti dai banchi dell’opposizione di abbandonare subitaneamente ‘Acoset’ e con il Sindaco che sottolinea l’impossibilità tecnica di profilare un simile scenario, è stato deciso di organizzare una delegazione per portare le necessarie istanze alla Società, che alla seduta di ieri non si è presentata nonostante l’invito a partecipare con i suoi rappresentanti, ma ha fatto pervenire una lettera nella quale il Presidente, Diego Di Gloria, si è reso disponibile per farsi portavoce delle richieste del Consiglio.
“La situazione, che è già critica da lunghissimo tempo, è diventata adesso insostenibile, nonostante le sanzioni e le denunce che abbiamo portato avanti, fino a questa domenica, ed è incredibile se si pensa che il nostro Comune, in pratica, galleggia sull’acqua – ha dichiarato il primo cittadino, Santo Caruso – Aci Sant’Antonio ha un peso, nella
S.p.A. ‘Acoset’, del cinque per cento, e tutte le volte che ho preso parte all’Assemblea dei Soci ho battuto i pugni per evidenziare i disservizi e chiedere di avere forniture adeguate. Adesso chiederò di discutere la proposta di esentare dal pagamento le utenze che sono state a tutti gli effetti danneggiate dalle carenze idriche avvenute senza preavviso: non chiederò di sospendere i pagamenti, ma di depennarli, perché il servizio di un bene pubblico vitale non è evidentemente garantito.
“Purtroppo – continua – il rapporto con la Società che fornisce il servizio allo stato attuale è delicatissimo: l’Amministrazione che ha preceduto la mia ha ceduto l’intera rete di tubature per 350.000 euro ad ‘Acoset’, facendo leva su un debito di circa 250.000 euro, e il risultato è che oggi l’Ente non possiede un centimetro di condotte e si trova legato a questa ditta a doppio filo. Pensare di lasciarla è praticamente impossibile: la legge va in direzione della creazione di un soggetto unico che serva tutti i Comuni del catanese, quindi verso un accentramento, il che è l’esatto opposto di quello che chiede di fare qualche consigliere di opposizione.
“In questo momento – ha concluso – serve la massima coesione per fare in modo che ogni cittadino, a partire da quelli delle frazioni che stanno maggiormente patendo i disservizi, abbia quello che gli spetta da contratto”.
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