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Ex ospedale Santa Marta di Catania, il Sunia: "Riqualificarlo con progetti di edilizia popolare"

«Tra le proposte che nel dibattito sulla riqualificazione dell’ex ospedale Santa Marta di Catania, stanno prendendo corpo, manca quasi del tutto l’edilizia sociale». Lo afferma il Sunia che «già chiesto un confronto sull'argomento all’amministrazione comunale», ritenendo che anche nel capoluogo etneo «vada seguito l’esempio di altre città italiane ed europee che hanno ripopolato e rivitalizzato i centri urbani desertificati inserendo quote di edilizia sociale, spesso nei contenitori pubblici dismessi».

«Per Catania - osserva il sindacato - potrebbe essere l'occasione per partecipare al bando di prossima scadenza del Mit finanziato con 854 milioni di euro per il «Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare».

«Non si può parlare di rigenerazione di quell'area, strategica - spiega la segretaria del Sunia Giusi Milazzo - senza considerare che vi insistono gli edifici degli ex ospedali Vittorio Emanuele e Santo Bambino. La progettazione di interventi sulla città e di rifunzionalizzazione dei grandi contenitori dismessi, deve basarsi sui bisogni della popolazione e sul fatto che la chiusura dei nosocomi ha comportato, in tempi brevissimi, lo spopolamento di una zona che si è marginalizzata».

Per il Sunia «l'idea di realizzare edilizia popolare solo nelle periferie già dense di edifici residenziali pubblici, è sbagliata», mentre «ricostituire invece comunità nei quartieri, potrebbe ridare nuovo senso in questi anni di pandemia».

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