Si difende il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, citato in giudizio insieme al suo predecessore Enzo Bianco dalla procura regionale della Corte dei conti, per danno erariale in riferimento alla Città metropolitana nel periodo tra il 2014 e 2017. Il provvedimento riguarda l’attribuzione dell’indennità di risultato ai dirigenti della ex Provincia di Catania per un danno quantificato in 981.303 euro.
"Questa iniziativa assunta dalla procura regionale della Corte dei Conti non posso che definirla surreale", dice Pogliese, poichè, come rappresentante legale della Città metropolitana, "incarico che il sindaco del capoluogo democraticamente eletto svolge gratuitamente, ho solo doverosamente sottoscritto la conclusione di una procedura di un organismo indipendente che altri avevano nominato, relativa al periodo 2013-2017, quando ancora non si erano neppure svolte le elezioni comunali, avvenute come è noto nel giugno 2018, ed ero ancora deputato al Parlamento europeo".
Per i magistrati contabili "in molti casi gli obiettivi assegnati ai dirigenti sono risultati generici e riferibili all’ordinaria attività dell’ente, in contrasto con la finalità di incentivazione del merito, oltre che identicamente riproposti nelle diverse annualità e talvolta già ricompresi in un diverso obiettivo o già raggiunti prima dell’approvazione del Piano della performance".
"Devo rispondere di una vicenda di cui non potevo nè conoscere i contorni, nè tantomeno incidere, eppure - prosegue Pogliese - chiamato in causa senza fondate ragioni. Rimango fiducioso che quando un organo terzo della magistratura valuterà serenamente i fatti, decreterà la mia palese estraneità ai rilievi che mi vengono inspiegabilmente contestati".
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