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Elezioni a Catania, ecco la lista civica che appoggia Maurizio Caserta

Presentata oggi la lista civica “Per Catania, Maurizio Caserta” che sosterrà il candidato dell’area progressista, nelle prossime amministrative a Catania. “Siamo tornati in campo dopo dieci anni, la città aveva già tanti problemi allora ed oggi la situazione è addirittura peggiorata ed è sotto gli occhi di tutti. Siamo il perfetto esempio di una lista civica, formata da tante anime, da tante esperienze diverse, accumunate dalla visione di una Catania che torni a vivere economicamente, socialmente, culturalmente. E questo ruolo lo vogliamo rivendicare”. Così, il candidato sindaco Maurizio Caserta ha esordito stamani, nel corso della presentazione della lista che porta il suo nome, fissata in uno dei luoghi, stazione e piazzale Acquicella, simbolo del degrado e della trascuratezza di una amministrazione che ha scelto di tagliare fuori dalla vita cittadina, migliaia di cittadini che abitano nei quartieri a sud di Catania.

Tanti i candidati al consiglio comunale intervenuti. “Dobbiamo partire da un concetto di equità territoriale – ha dichiarato Pietro Borbone, pensionato, esponente MET – intendendo che tutti coloro che vivono in città devono avere le stesse garanzie e opportunità di sviluppo e di vivibilità, a prescindere dal quartiere in cui abitano”. “Catania deve cambiare, deve diventare libera e bella come noi la immaginiamo – ha dichiarato Claudio Melchiorre, che porta il sostegno dei social democratici – I catanesi stanno aspettando un sindaco che finalmente lavori con le competenze necessarie”. ”La città versa in una condizione economica disastrosa e non ha certamente bisogno di un penalista – ha aggiunto Salvo Grillo, avvocato, attivista – ma di un economista come Maurizio Caserta”. “Catania manca di armonia, manca di quei valori che possono dare la spinta in più – ha sottolineato Davide Di Paola, pranoterapeuta –lavorare con le nostre anime, con la bellezza che ciascun cittadino ha il diritto di esprimere”.

“Ho lasciato Catania perché non avevo modo di accrescere il mio bagaglio di competenze, ma conservo il sogno di tornare per restituire qualcosa di quanto imparato – ha detto Giorgia Coco, attrice – auspico per la mia città un risveglio culturale, perché di cultura si vive e fa crescere le coscienze. Serve un cambio di passo perché la cultura diventi traino di bellezza e senso civico”. “Sono tanti i giovani che abbandonano la nostra terra – ha sostenuto Francesca Privitera, insegnante, esponente del MET – Catania non offre le opportunità di realizzazione ai nostri ragazzi. Solo attraverso un’azione competente del territorio che sappia ben sfruttare le risorse del PNRR può cambiare lo stato dell’arte”. “Lavorare affinché si crei una casa dell’accoglienza delle differenze, che aiutino a comprendere l’altro e non ad allontanarlo – ha evidenziato Lele, Eleonora Russo, transgender, della comunità LBGT – attraverso una partecipazione attiva con la presenza sul territorio, vogliamo rivendicare una Catania più aperta”.

“Una città per l’inclusione sociale, dove persone con disabilità non debbano sentirsi cittadini di serie B – ha detto Filippo Tagliese – abbiamo il diritto essere valorizzati all’interno della città contribuire alla crescita e possiamo farlo solo se l’amministrazione che governa la città dia il buon esempio”

“Tutto quello di cui abbiamo parlato – ha concluso Maurizio Caserta – poi deve fare i conti con la capacità di sapere affrontare i servizi essenziali, finora Catania ha solo raschiato il fondo. Bisogna trovare un criterio di razionalizzazione della spesa, sapendo che oggi ci sono due strade da percorrere: quella delle risorse ordinarie, poche e difficili da gestire; e quelle straordinarie, finora utilizzate poco e male, come del resto alla Regione, ma è lì dove dobbiamo porre attenzione, concentrandosi e studiando come utilizzare le risorse del PNRR, che davvero potranno fare la differenza per uscire Catania dal degrado in cui è caduta. Beh, io ho passato gli ultimi 40 anni della mia vita a studiare i sistemi economici e penso di sapere come si fa”.

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