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Migranti, Piantedosi: «La sentenza di Catania è profondamente sbagliata»

Il leader di Azione, Calenda: «Fra impugnare una sentenza e attaccare la magistratura c’è una differenza»

«Non c’è nessuno scontro con la magistratura, come ha precisato il presidente Meloni. Mi riporto le parole che ha detto il presidente dell’Anm il quale ha parlato di democrazia: è giusto sottolinearlo. È la democrazia anche per lo Stato impugnare in Cassazione i provvedimenti di un giudice. Stiamo lavorando per proporre ricorso perché riteniamo che punti qualificanti di quella sentenza sono secondo noi profondamente sbagliati. La sentenza si fonda su una presunta contrarietà delle normative che abbiamo introdotto, che invece abbiamo condizionato all’ordinamento internazionale, quindi sicuramente impugneremo». Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Festival delle Città a Roma.

Non la pensa allo stesso modo il leader di Azione, Carlo Calenda, a Sky Tg24 nell’ambito delle celebrazioni di Sky 20 anni, commentando le polemiche sulle sentenze del Tribunale di Catania sui migranti: «Fra impugnare una sentenza e attaccare la magistratura c’è una differenza».

«Io sono stato invitato a un convegno di Area, dove c’erano Schlein e Conte, ma non sono andato, perché ci deve essere la separazione dei poteri e la separazione fra correnti e partiti politici - ha aggiunto -. Le sentenze se si possono impugnare si impugnano, ma tutto quello che sentiamo no ha nulla a che fare con gestione fenomeno migratorio».

Secondo Calenda «i migranti in Italia sono sempre gli stessi da dieci anni, 450mila. Gli altri che arrivano vanno in giro per l’Europa, la redistribuzione già c’è. Questi 450mila - ha continuato - se arrivano in Italia devono trovare lavoro e vanno messi in regola, è inutile dire facciamone arrivare altri regolari. E chi studia in Italia deve avere la cittadinanza».

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