«È stata una violenza commessa nei confronti dell’intera città. Tutti ci siamo sentiti violentati per quello che hanno fatto a questa ragazza». Lo ha detto il sindaco di Catania, Enrico Trantino, al quotidiano La Sicilia, sulla violenza sessuale di gruppo aggravata a una 13enne nei bagni pubblici dei giardini comunali della Villa Bellini.
«Lungi da me fare un discorso xenofobo - aggiunge - quindi stiamo attenti a dosare le parole. Leggevo però che in Egitto ci sono stati inasprimenti di pene per reati di violenze sessuali, determinati dal dilagare di questi fenomeni caratterizzati da un’arretratezza culturale di molti che attribuiscono la colpa alle stesse ragazze, le quali, avendo abbandonato i costumi di un tempo, vestono più succinte e provocano i maschi. Emerge quindi una condizione di repressione e frustrazione sessuale. Io non ne ho mai fatto una questione di Stato di provenienza e comprendo anche la condizione di malessere di chi migra dall’Africa. Ma nessuno deve permettersi di violare la legge e di commettere atti così nefandi».
Il problema sicurezza per Trantino si affronta con la prevenzione: «Potessimo disporre di maggiori forze, due unità del corpo di polizia locale le destineremmo sempre alla Villa Bellini». Qualcosa si è mosso, in una città ferma ai concorsi del 1990, «ma stiamo parlando sempre comunque di rinforzi non in numero adeguato al bisogno, perché a noi servirebbero 800 vigili urbani, e invece ne abbiamo 246, e 200 di questi sono over 60». Mezz'ora prima dello stupro, alla Villa Bellini una baby gang ha importunato e ferito alcune persone, e sono arrivati carabinieri e vigili urbani, ma il sindaco ritiene che «non fossero gli stessi», in quel caso «pare si fosse trattato di una baby gang composta da ragazzi italiani».
Trantino torna di nuovo alle richieste avanzate al governo centrale. «Spero che vengano esaudite alla luce di una visione complessiva» e invita a «non lasciarsi fuorviare dalla voglia di vendetta, dall’onda emotiva». Non ci devono essere situazioni di attacco generalizzato nei confronti dei migranti, ma nello stesso tempo mi dispiacerebbe se qualcuno cominciasse a speculare rispetto alla capacità di intervento, che invece c'è stato da parte delle Procure e dei carabinieri». «Vorrei sottolineare - chiosa il sindaco - la tragica coincidenza dei fatti con la vicenda di Agata. Vorrei che la donna fosse ricordata come principio di vita altrui e protagonista della società e non come oggetto di desiderio o vittima di manifestazioni di violenza».
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