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Legambiente contro i sindaci di Catania e Palermo: «Sul fronte rifiuti hanno operato male»

Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, tuona contro le amministrazioni di Trantino e Lagalla. «Percentuali di raccolta differenziata insufficienti»

Rifiuti bruciati allo Sperone (foto di Alessandro Fucarini)

«Non ci stupiscono le felicitazioni del sindaco di Catania per la nomina di Schifani a commissario straordinario per la realizzazione di due
inceneritori. Ci fa sorridere invece, amaramente, - l’auspicio di "operare bene e presto". Insomma, si tratta del sindaco di una delle due città metropolitane (l'altra a scanso di equivoci è Palermo) che hanno le maggiori responsabilità nel collasso delle più grandi discariche siciliane (Bellolampo e Lentini) grazie a una produzione di rifiuti indifferenziati annua pari alla metà di quella complessivamente prodotta nella nostra regione». Lo dice Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia.

«I dati delle percentuali di raccolta differenziata in queste due città sono inequivocabili: 16% Palermo, 33% Catania. Dati - aggiunge - che altrettanto inequivocabilmente dimostrano che in questi anni, cosi come in questo ultimo anno e mezzo dalle elezioni di Trantino e Lagalla, non si è operato "bene e presto". Se i sindaci di Catania e Palermo operassero "bene e presto" per garantire ai cittadini un servizio di raccolta domiciliare efficiente e puntuale, che punti alla riduzione della produzione di rifiuti e al riciclo, avremmo città più pulite e non avremmo
bisogno di spendere quasi 1 miliardo di euro per costruire due inutili e inquinanti inceneritori per bruciarne 800mila tonnellate di rifiuti potenzialmente differenziabili. Non sono questi gli impianti che servono. Occorrono gli impianti per trattare e valorizzare l’organico per trasformarlo in compost e biogas (a cui si oppone il sindaco Trantino), quelli per trattare carta, vetro, plastica, metalli, Raee, legno e prodotti
assorbenti e per trasformarli in materia prima seconda, facendo diventare i nostri rifiuti differenziabili una miniera d’oro».

«Invece, nell’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti è previsto - conclude Castronovo - che a Palermo e Catania si passi ai cassonetti intelligenti stradali e alla raccolta multi-materiale. Un sistema di raccolta che, laddove è stato introdotto, ha fallito il raggiungimento degli obiettivo di riciclo».

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