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Catania, l'ex senatore Giarrusso può essere processato per diffamazione

La Consulta ha annullato la deliberazione di insindacabilità concessa da Palazzo Madama all’allora parlamentare

Mario Giarrusso, M5s - Senato

La Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso del Tribunale di Catania su istanza degli avvocati Eleonora Condorelli e Luca Blasi, ha annullato la deliberazione di insindacabilità concessa dal Senato all’allora parlamentare Michele Giarrusso che era imputato per diffamazione nei confronti della giornalista Debora Borgese. Ne danno notizia i due legali.

«Possiamo ritenerci pienamente soddisfatti della decisone adottata dalla Corte Costituzionale in relazione al giudizio per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato», dicono Eleonora Condorelli e Luca Blasi. «Senza entrare nel merito processuale, preme sottolineare come la Consulta abbia escluso in maniera categorica il nesso funzionale tra le espressioni rivolte alla nostra assistita e l’attività parlamentare svolta dal senatore Giarrusso, atteso che per la Consulta, le dichiarazioni del senatore ‘non costituiscono opinioni espresse nell’esercizio della funzione parlamentare e, pertanto, non spettava al Senato deliberare la loro insindacabilità’ - aggiungono i legali - Confidiamo adesso che, superata tale questione, il procedimento possa proseguire per l’accertamento della verità, come nei confronti di qualsiasi altro cittadino italiano».

L’azione legale, per conto della giornalista, era stata avviata dopo la pubblicazione nel 2017 di alcuni post su Fb con i quali Giarrusso, per i difensori, avrebbe diffamato la donna.

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