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Il blitz antimafia a Catania, Lombardo: «Castiglione si è fidato e ha commesso una ingenuità»

Il leader dell’Mpa parla dell’inchiesta che ha portato all'arresto del parlamentare all'Ars: «Secondo me non aveva la consapevolezza di avere di fronte un mafioso»

Raffaele Lombardo
Raffaele Lombardo

«Sa qual è la verità secondo me? Che Giuseppe Castiglione non aveva la consapevolezza che questo suo amico, diciamo così, fosse il membro di un clan. Temo che questa vicenda nasca innanzitutto da un comportamento dovuto a buona fede»: Raffaele Lombardo risponde al telefono di buon mattino a 24 ore dall’arresto di uno dei suoi uomini di punta all’Ars e nel cuore del bacino elettorale dell’Mpa, Catania.

Lei oltre a essere il leader del suo partito è anche un amico di Giuseppe Castiglione. Come sta vivendo l’arresto di uno dei suoi uomini di punta?

«Intanto penso a sua moglie, ai due bambini e alla madre tremendamente colpita dalla morte improvvisa del padre di Giuseppe, Santo, uomo amatissimo a Catania. Ho chiamato la moglie e l’ho trovata turbata, quasi terrorizzata da un arresto avvenuto all’alba. Anzi, quando era ancora notte».

Capisco l’aspetto umano della vicenda. Ma torniamo al punto politico. Che idea si è fatto della vicenda che riguarda un suo deputato all’Ars?

«Ha commesso una ingenuità ma, scommetto, senza avere idea della caratura del suo interlocutore. E poi mi chiedo: questa persona che gli prometteva voti, li aveva davvero questi voti? Secondo me comunque Castiglione, ripeto, non aveva la consapevolezza di essere a contatto con un uomo dei clan».

Sta dicendo che crede nell’errore in buona fede?

«Giuseppe è un ragazzo d’oro, un buono per natura. Si è fidato di un personaggetto... Ma sapeva di avere di fronte un mafioso? Secondo me, no. E spero davvero di aver ragione».

Però l’Mpa non ha fatto né lunedì né ieri un solo comunicato di vicinanza al suo deputato. Vi siete posti il problema della questione morale nel vostro partito?

«Ma sa come vanno queste cose... Lui si è subito dimesso da tutti gli incarichi all’Ars. E in questo caso non si può che avere fiducia nella magistratura e negli uomini delle forze dell’ordine che fanno il loro lavoro. Ci sono passato anch’io, so come vanno queste cose».

Non teme che questa vicenda possa minare la nascita del nuovo partito a cui sta lavorando con Gianfranco Micciché e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla?

«Quello è un progetto che sta marciando velocemente. Il 22 o il 23 marzo avremo il battesimo ufficiale a Enna. Nel frattempo decideremo anche il nome. Di questo e di altro discuterò domani (oggi per chi legge, ndr) con Micciché e Lagalla».

E il rapporto con Renato Schifani com’é?

«Mai stato così buono. Tra l’altro condivido l’azione che intende portare avanti per limitare la diffusione delle pale eoliche in Sicilia e obbligare le imprese che le realizzano al pagamento di misure compensative per i territorio che almeno abbattano i costi dell’energia per i cittadini siciliani».
Nel frattempo però il presidente sta riprogrammando la spesa dei fondi europei togliendo risorse all’assessorato Acqua, Rifiuti ed Energia che è guidato dall’Mpa. Che ne pensa?
«Se ci sono davvero ritardi, il presidente fa bene. Tutti devono mettersi in riga per non perdere risorse europee».

 

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