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Primo trapianto d'utero in Italia, dimessa paziente a Catania

Una sala operatoria

È stata dimessa a Catania la paziente siciliana sottoposta al primo trapianto d'utero in Italia.  E’ tornata a casa dopo 17 giorni di ricovero ed è in ottime condizioni. La paziente è affetta da sindrome di Rokitansky ed nata senza l’organo. Era stata operata a Catania il 21 agosto scorso da un’équipe composta da medici e operatori sanitari del Centro trapianti del Policlinico e dell’Ospedale Cannizzaro.

Il trapianto era stato possibile grazie a una sperimentazione approvata dal Centro nazionale trapianti (Cnt) nel 2018 e dopo la ricerca durata oltre un anno di una donatrice deceduta compatibile. «Il decorso post-operatorio - ha spiegato Pierfrancesco Veroux del Policlinico di Catania - ha mostrato la totale assenza di complicazioni. Non c'è stato nessun sanguinamento, frequente in questo tipo di trapianti, e l’organo risulta perfettamente perfuso, il che lascia ben sperare per il percorso successivo che porterà la paziente a cercare una gravidanza. Ora - ha aggiunto - si apre una fase molto delicata: la signora resterà sotto stretto controllo clinico per i prossimi sei mesi, attraverso un monitoraggio attento dei livelli di immunosoppressione e delle eventuali infezioni opportunistiche alle quali tutti i trapiantati possono andare incontro».

«Si è trattato - ha detto Paolo Scollo dell’Ospedale Cannizzaro - di un intervento estremamente complesso ma siamo molto soddisfatti. Gli esami minuziosi eseguiti finora hanno confermato l’assenza di rigetto e questo ci rende fiduciosi. Continueremo con le biopsie periodiche, ogni 15 giorni per i primi 2 mesi e poi ogni 30 per i successivi 3, in modo da poter verificare costantemente la tenuta del trapianto. A quel punto potremo iniziare il percorso di procreazione medicalmente assistita con gli ovociti prelevati alla paziente poco prima dell’intervento. Il tutto per raggiungere l’obiettivo del trapianto: ovvero che la signora porti a termine una gravidanza».

Per Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti, «il successo di questo primo tentativo è la conferma della bontà del protocollo e premia il grande lavoro delle èquipe del Cannizzaro e del Policlinico di Catania, oltre che di tutta la rete trapiantologica italiana che ha collaborato alla ricerca della donatrice, in particolare i coordinamenti di Sicilia e Toscana. In questo momento già 7 nuove pazienti sono pronte a ricevere un utero e altre 15 stanno completando l’iter valutativo per l’iscrizione in lista d’attesa. Siamo pronti quindi a ripetere anche subito l’esperienza del trapianto, raccogliendo il gesto di generosità di una eventuale nuova donatrice».

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