Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

In Sicilia torna a preoccupare la sifilide, da Palermo a Catania casi in aumento: le raccomandazioni dei medici

All'ospedale Garibaldi della città etnea si arriva a tre nuovi casi a settimana. In aumento anche le infezioni da Covid

Continuano ad aumentare i contagi da SarsCov-2 in Sicilia, ma in queste ore, a far rialzare la guardia, mentre il ministero della Salute ribadisce alle Regioni la raccomandazione di effettuare i tamponi ai pazienti Covid sintomatici in entrata negli ospedali, è anche un altro tipo di infezione, causata da un batterio e appartenente al gruppo delle malattie sessualmente trasmissibili.
Stiamo parlando della sifilide, che nell’Isola sta ridestando l’allerta degli esperti, tanto da spingere Bruno Cacopardo, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Garibaldi di Catania, a confrontarsi con altri colleghi, «pure fuori regione, per capire se l’aumento di casi che stiamo registrando è in linea con l’andamento nazionale».

Quel che è certo, sottolinea l’infettivologo, dicendosi «pronto a riferire in assessorato regionale alla Salute su cosa sta accadendo», è che «solo al Garibaldi contiamo una media di tre casi a settimana: una frequenza drammatica, mai vista, frutto di una drastica riduzione della percezione del rischio, dovuta, forse, anche al fatto che si parla poco della malattia e che manca un sistema di monitoraggio».

Ma non è solo un problema catanese. La stessa frequenza viene riscontrata a Palermo dal direttore dell’Uoc Malattie infettive del Policlinico, Antonio Cascio, che nel rilevare «troppi casi di sifilide», sottolinea «l’importanza dell’uso corretto del preservativo per prevenire efficacemente la maggior parte delle infezioni sessualmente trasmissibili» e la necessità di «fare informazione», ricordando che «la diagnosi di quest’infezione, storicamente definita la “grande imitatrice”» per via delle sue varie forme di manifestazione, «non viene fatta precocemente».

Preoccupata anche la dirigente del reparto di Malattie infettive del nosocomio di Ragusa, Antonella Di Rosolini, «perché qui, già da tempo, viaggiamo con una media di tre diagnosi a settimana», così come l’infettivologo Giovanni Mazzola, primario all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, che nel Nisseno segnala diversi episodi.

Intanto, mentre Cacopardo, oltre alla sifilide, indica un rialzo di casi di gonorrea, l’Asp di Palermo attiva due centri dedicati esclusivamente alla vaccinazione anti-Covid e anti-influenzale. Sono operativi da stamattina ogni giorno, da lunedì al sabato, nei locali dell’ambulatorio di vaccinazioni per i viaggi internazionali di via Carmelo Onorato n. 6 e nel centro Arenella del Presidio Enrico Albanese di via Papa Sergio I. L’accesso è libero e senza alcuna necessità di prenotazione, basterà presentarsi muniti di documento di riconoscimento e tessera sanitaria.

Sempre sul fronte sanitario, va inoltre registrata la nota inviata all’assessorato regionale alla Salute dal presidente della Cisl Medici Sicilia, Enzo Massimo Farinella, dove si evidenzia «la situazione di grave disagio in cui versa da mesi il Pronto soccorso pediatrico degli ospedali Villa Sofia – Cervello, inspiegabilmente ancora oggi allocato presso il presidio di Villa Sofia» dopo il trasferimento dal Cervello durante la pandemia. Il perdurare di questa situazione, continua la lettera, «costringe il personale del pronto soccorso pediatrico ad operare in condizioni di grave disagio ed i piccoli pazienti ad essere accolti e assistiti in spazi insufficienti e inadeguati. Come se ciò non bastasse, si aggiunge adesso la preoccupante situazione epidemiologica che vede in continuo aumento il numero degli accessi per malattie respiratorie interessanti l’età pediatrica». Dal canto suo anche il ministero della Sanità mette in pre allarme gli ospedali chiedendo di effettuare tamponi alle persone sintomatiche per evitare il diffondersi dei contagi e , ovviamente, invitando tutti a vaccinarsi.

Caricamento commenti

Commenta la notizia