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Borse di studio, campus di cinese online per 11 studenti del Benedetto Radice di Bronte

Campus universitario on line di cinese per undici studenti dell’Istituto d’istruzione superiore Benedetto Radice di Bronte, vincitori delle borse di studio per il «Chinese Bridge online winter campus» alla Dongbei University of Finance and Economics di Dalian (Cina). Superata la selezione internazionale nel 2020, da inizio mese i ragazzi hanno partecipato a un ciclo di 4 lezioni sincrone e ieri c’è stata la cerimonia di consegna degli attestati di frequenza.

La dirigente scolastica dell’Istituto Radice, professoressa Maria Pia Calanna, annuncia: «Da quest’anno, gli studenti conseguiranno la certificazione linguistica HSK, equivalente cinese delle certificazioni Cambridge per l’inglese». Poi la Calanna racconta: «A febbraio 2018, abbiamo aderito alla Rete di scuole che promuovono la diffusione della lingua e della cultura cinesi, in collaborazione con l’Istituto Confucio che ha sede all’Università Kore di Enna. La finalità della Rete, nata dal protocollo d’intesa fra l’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia e l’Istituto Confucio, è di attuare progetti didattici di elevata qualità, come quello appena concluso».

Sempre la dirigente Calanna spiega: «Vista l’importanza della Cina per i mercati internazionali e l’economia mondiale, nel nostro Istituto è stato attivato lo studio curriculare del cinese, con 99 ore annue nel triennio, in un corso di economia e relazioni internazionali per il marketing (RIM)».

Positivi i giudizi degli studenti (classe IV A RIM), sia sul campus sia sulla professoressa universitaria Zhuang Yao Yao (nella foto, in alto) e la dottoressa Yin Ming He, direttrice Affari internazionali dell’Ateneo cinese (nella foto, in basso), nonché sulla loro docente Federica Gulfi (nella foto, a destra) che chiarisce: «Il Chinese Bridge è un contest internazionale promosso dall’ente nazionale cinese Hanban, promotore di tutti gli Istituto Confucio nel mondo».

Passando la parola ai protagonisti dell’evento (per cui ai ragazzi, che tra l’altro hanno portato virtualmente in Cina la città del ciclope Bronte e quindi l’Etna e la Sicilia), Morena Castiglione si è detta «soddisfatta d’aver preso parte al Chinese Bridge», un ponte culturale da Paola Catania giudicato «esperienza unica, che ha lasciato qualcosa di nuovo e significativo in ognuno di noi» mentre Simone Catania ¬- oltretutto unico maschio in questo universo femminile - spera «che in futuro ci sia un altro momento del genere».

Chiara Cirami ammette che era «molto titubante a studiare il cinese» ma ora afferma che le «piace molto». Gloria Galati Rando parla di un «corso di formazione intrigante e particolare», si dice «fiera di aver intrapreso lo studio della lingua e cultura cinesi» e certa che le «darà molte soddisfazioni». Liliana Finocchiaro, inoltre, sottolinea come sia stato possibile, nonostante la pandemia, «studiare questa lingua e al tempo stesso amarla» grazie anche al campus, di cui Mariangela Gangi evidenzia la bravura «dell’insegnante cinese, che ha saputo creare un clima positivo».

Il «Chinese Bridge» per Michela Longhitano è «un’ottima opportunità per entrare nel mondo della cultura cinese, un’esperienza emozionante» che la gemella Noemi giudica pure «bella, per la possibilità di interagire con insegnanti di madrelingua». Di «un sogno che si realizza», invece, parla Desireé Portale, confessando che non pensava «di riuscire a studiare una lingua del genere». Sul corso alla Dongbei University, Melissa Putrino, infine, aggiunge: «Reputo che sia stato un momento formativo molto interessante, una grande opportunità di arricchimento culturale».

La professoressa Federica Gulfi, esperta in sinologia (scienza multidisciplinare sulla Civiltà cinese), commenta: «Esistono diversi dialetti in Cina, ma la lingua ufficiale è il cinese mandarino, che s’impara nelle scuole ed è l’idioma che studiamo anche da noi. Di questa lingua, ciò che piace di più all’inizio è la scrittura, la logografia, poi subentra il fascino per l’Oriente. Voglio sottolineare, infine, un aspetto culturale colto dalla sensibilità dei ragazzi, i quali su proposta di una studentessa, per la cerimonia di ieri, hanno indossato tutti qualcosa di rosso, in segno di omaggio alla Repubblica popolare cinese».

La dirigente scolastica, Maria Pia Calanna, conclude: «Ringrazio la responsabile del progetto, Federica Gulfi, e i genitori, che hanno creduto nella valenza educativa delle nostre attività. Sono orgogliosa dei ragazzi, dell’impegno profuso per la frequenza del corso con l’Università del Dongbei e dell’entusiasmo che li anima nello studio di una lingua e una cultura così diverse dalle nostre e nello stesso tempo di così antica ed importante tradizione».

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