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Tempo pieno nella scuola elementare: Palermo e Catania ultime in classifica in Italia

Lo rivela Save The Children, che dedica il suo nuovo rapporto alle difficoltà dei bambini nelle città metropolitane

Andare a scuola anche di pomeriggio per i bambini delle elementari di Palermo è quasi un miraggio: il capoluogo della Sicilia è infatti il fanalino di coda nella graduatoria nazionale dell’accesso al tempo pieno. Lo rivela il nuovo rapporto di Save The Children «Fare spazio alla crescita», reso noto in occasione del lancio della nuova campagna di sensibilizzazione «Qui vivo», che vuole mettere al centro dell’attenzione i bambini, le bambine e gli adolescenti che vivono nelle periferie geografiche, sociali ed educative nel nostro Paese.

In ben otto città metropolitane italiane, dice Save The Children, l’accesso al tempo pieno nella scuola primaria (la vecchia scuola elementare) è significativamente inferiore alla media nazionale, pari al 38%, con le punte in negativo di Palermo (6,5%), Catania (9,5%) e Reggio Calabria (13,7%), mentre in quella secondaria di primo grado (la scuola media) le città sotto il livello nazionale (13,3%) sono 9, con Bari, Bologna, Venezia, Roma e Napoli che non superano il 5%.

Secondo l’organizzazione per l’infanzia, quasi 3 milioni e 800 mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni in Italia vivono nelle 14 città metropolitane e in maggior parte nei quartieri svantaggiati e privi di spazi, stimoli e opportunità per crescere. Su 114 municipi dei Comuni principali, 33 presentano fattori di svantaggio più elevati. Nelle stesse zone, 240 istituzioni scolastiche a rischio «dimensionamento».

Se è vero che con il crollo della natalità in Italia ci sono sempre meno bambini, i 10 milioni e 493 mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni che vivono nel nostro Paese fanno i conti - viene sottolineato nel Rapporto - con una evidente disparità nell’accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati alla crescita e al loro benessere educativo, fisico e socio-emozionale. Tra gli 0-19enni che vivono in Italia, ben 3 milioni e 785 mila, quasi 2 su 5, si concentrano nelle 14 città metropolitane, costituite dal Comune principale e dal suo hinterland, dove vive anche il 13,7% dei contribuenti con reddito inferiore ai 15 mila euro annui. Nelle tre città metropolitane della Sicilia - Palermo, Catania e Messina - più della metà dei contribuenti ha un reddito inferiore ai 15 mila euro annui. La concentrazione di cittadini con redditi bassi è tuttavia elevata anche nel Centro e nel Nord Italia (per esempio, Roma 38,8%, Venezia 36,9%). In queste città, le aree urbane caratterizzate da una maggiore privazione socioeconomica sono spesso anche quelle con meno spazi adeguati alla crescita dei minori. Anche se le condizioni abitative inadeguate riguardano un numero significativo di minori in tutto il Paese, dove 2 su 5 vivono in un’abitazione sovraffollata e tra le famiglie con almeno un figlio minore c’è chi vive in case danneggiate (9,2%), con umidità (13,7%) o scarsa illuminazione (5,4%), tra i quasi 13 mila minori che sono senza casa o fissa dimora, 2 su 3 si concentrano nelle città metropolitane, dove si registra anche il 45% di tutti i provvedimenti di sfratto.

Le città metropolitane si distinguono in negativo anche rispetto alla scuola, dove la percentuale di edifici scolastici senza certificato di agibilità raggiunge il 70% (62,8% la media in Italia), ma dove anche la presenza di uno spazio collettivo, mensa, palestra, aule tecniche o informatiche risulta inferiore alla media del Paese, già segnata da pesanti carenze: manca una palestra in 3 scuole su 5, uno spazio sociale comune in più di una su tre, e aule tecniche e informatiche sono un sogno per almeno la metà degli studenti minorenni di ogni ordine e grado.

Save The Children lancia pertanto la campagna di sensibilizzazione «Qui vivo», alla quale tutti possono aderire firmando una petizione (clicca qui) per assicurare a bambini e adolescenti educazione di qualità, attività sportive, opportunità e spazi sicuri in cui crescere a partire da elementi molto concreti proprio come l’apertura delle scuole tutto il giorno oppure la presenza di biblioteche scolasti e palestre in tutte le periferie.

Con la nuova campagna Save The Children lancia anche un programma a lungo termine di innovazione sociale delle periferie urbane, «Qui, un quartiere per crescere», realizzato insieme alle realtà pubbliche, sociali e private del territorio. Predisposto nel 2022 il programma si snoderà su un arco temporale di 9 anni e coinvolge nella prima fase 5 quartieri particolarmente poveri di servizi e opportunità per i minori in cinque grandi città italiane da nord a sud : Torino (Aurora-Porta Palazzo), Prato (Macrolotto Zero), Roma (Ostia ponente), Napoli (Pianura) e Palermo (Zen 2) con l’obiettivo di migliorare concretamente il contesto di vita di bambini, bambine e adolescenti in questi luoghi.

Tra i testimonial della campagna l’attore Cesare Bocci, ambasciatore dell’organizzazione, e l’attrice Francesca Chillemi, siciliana di Barcellona Pozzo di Gotto, che hanno incontrato le ragazze e i ragazzi impegnati nella rigenerazione dei quartieri di Pianura a Napoli e di Ostia Ponente a Roma, oltre a Tosca D’Aquino, Michela Andreozzi, Caterina Guzzanti, Silvia Salemi e Tinto.
Dal 23 al 29 ottobre la settimana di sensibilizzazione con il sostegno di Rai per la Sostenibilità-Esg, attraverso i canali editoriali Rai. E in questo weekend c’è stato anche il sostegno della Lega Serie A con tutte le squadre della Serie A Tim.

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