CATANIA. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per associazione per delinquere e frode sportiva di sette persone nell'inchiesta 'Treni del gol' su partite comprate dal Calcio Catania per non retrocedere nello scorso campionato di Serie B. Sono l'ex presidente, Antonino Pulvirenti, e l'ex Ad Pablo Cosentino, Fernando Arbotti, Piero Di Luzio, Giovanni Luca Impellizzeri, Daniele Delli Carri e
Fabrizio Milozzi. Il presidente dei Gip, Nunzio Sarpietro, non ha assegnato il fascicolo.
Il procuratore Michelangelo Patanè e il sostituto Alessandro Sorrentino hanno chiesto il rinvio a giudizio anche della società Calcio Catania contestando il reato di responsabilità amministrativa. Sono sei le gare al centro dell'inchiesta e che sarebbero state pilotate per tentare di permettere alla squadra rosso-azzurra di non retrocedere in Lega Pro.
Le indagini erano state avviate dalla polizia di Stato, con accertamenti eseguiti dalla Digos della Questura, dopo la denuncia di minacce ricevute dall'allora presidente Nino Pulvirenti, che è stato messo agli arresti domiciliari e poi scarcerato dal Gip, dopo sue ammissioni di colpa, e poi sottoposto al Daspo per 5 anni dal questore di Catania.
Pulvirenti, durante l'interrogatorio di garanzia al Gip, ha ammesso di avere pagato 100 mila euro ciascuno per le partite vinte con Varese e Trapani, e 50 mila euro ciascuno per ottenere il successo su Latina e Ternana. L'allora presidente del Catania, rilevava il Giudice per le indagini preliminari nel disporre la revoca degli arresti domiciliari, «nonostante i dubbi» avrebbe continuato i «pagamenti per il timore che i personaggi coinvolti nella vicenda potessero utilizzare il medesimo metodo ai danni della sua squadra», vista la «riconosciuta capacità degli stessi di alterare, contattando di volta in volta i giocatori, i risultati delle partite». Pulvirenti ha sempre negato di avere scommesso sui risultati.
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