CATANIA. Catania col lutto al braccio sabato pomeriggio quando esordirà al «Massimino», sciopero permettendo, contro il Fondi. Lunedì scorso, infatti, è scomparso Giorgio Michelotti, uno dei protagonisti del Catania che negli anni Sessanta, la squadra rossazzurra passata alla storia con quel clamoroso al Cibali, che è diventato slogan ricorrente nel gergo calcistico. Michelottti, terzino roccioso e leale, che poco concedeva al diretto avversario, nel calcio di allora che era un combattimento uno contro uno, era rimasto a Catania anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo e per alcuni anni aveva gestito un negozio di articoli sportivi.
Nel 1981 aveva avuto una breve esperienza proprio sulla panchina rossazzurra, dopo aver allenato Paternò, Riesi, Akragas e Folgore Castelvetrano. Ieri pomeriggio il rito funebre si è tenuto nella Chiesa di Cristo Re, affollata di sportivi e ricordato anche dalla società etnea che ha chiesto alla Lega, appunto, di poter osservare un minuto di raccoglimento e indossare il lutto al braccio.
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