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All'attrice catanese Miriam Leone il premio Anna Magnani: vincente la sua Eva Kant

Dire che Miriam Leone è bella può risultare scontato e anche superfluo, ma quello che colpisce di più di questa ragazza catanese di 36 anni, oltre alla sua bellezza mai ostentata, è l’autentico entusiasmo verso il suo lavoro. È quello che ha dimostrato ancora una volta a Bari dove le è stato consegnato, nella giornata di chiusura del Bif&st, il premio Anna Magnani per il film Diabolik dei Manetti Bros di cui ha appena finito di girare la terza parte. «Siete tanti - ha detto l’attrice nella sala strapiena del Teatro Margherita - e ormai non è più troppo scontato stare insieme come era prima del Covid».

«Quando mi hanno proposto Eva Kant - ha sottolineato poi Miriam Leone -, mi sono subito detta che lo volevo fare a tutti i costi. Anche se era difficile e rischioso interpretare in carne e ossa, e in modo tridimensionale, un personaggio dei fumetti b/n. Non solo - continua- dovevo fare un personaggio con un carattere femminista, ma allo stesso tempo femminile. Si sa che le sorelle che hanno inventato Eva Kant, Angela e Luciana Giussani, si erano ispirate a Grace Kelly. Così quando sono andata al provino mi sono presentata già vestita da Eva Kant. All’uscita c'era la mitica madre dei Manetti Bros, che mi ha detto con fare rassicurante: “Eva Kant si tu!”».

«Recitare con una maschera non è certo facile - aggiunge l'attrice siciliana - anche perché i Manetti (al secolo Marco e Antonio Manetti, registi, sceneggiatori, produttori cinematografici, ndr), usano pochissimo il digitale».

Anche in Corro da te di Riccardo Milani, ultimo film della Leone in cui interpreta una disabile: «Non è stato affatto facile. Mi sono dovuta abituare, essendo in carrozzella, a guardare le persone dal basso verso l’alto. Facendo un ruolo così capisci quanta indifferenza c'è tra la gente nell’occupare un parcheggio per disabili. E anche come una battuta può scatenare la violenza. Nel caso degli Oscar la reazione non mi è piaciuta». Comunque, aggiunge Miriam Leone, «il valore del film lo fa sempre il pubblico e nel caso di Corro da te, a parte la difficoltà di non ridere avendo come partner Favino, ho dovuto imparare tante cose come giocare al tennis su una carrozzella per invalidi. Insomma, mi sono preparata davvero molto».

La scelta dei film per Miriam Leone? «Sto in una fase della mia vita in cui posso scegliere e questo è sicuramente un privilegio. Scelgo i ruoli che mi divertono. Mi piace tutto del set, anche il fango, ma scelgo poi col cuore. Il pubblico non è scemo».

 

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