Da gennaio il Duomo, intitolato a Sant’Isidoro Agricola, dichiarato “Monumento nazionale” è agibile al culto solo in minima parte. E se le impalcature interne non permettono la fruizione del massimo tempio cittadino, del monumento-simbolo della “città crocevia”, quelle esterne, in particolare la chiusura di via Sartori, continuano ad arrecare gravissimi disagi agli abitanti di uno dei quartieri più antichi, il “Camposanto vecchio”, interessato anche dai lavori di rifacimento della piazza Fabrizio De Andrè(dietro l’abside del Duomo), determinando praticamente un blocco pressoché totale della zona. IL servizio di Mario Pafumi
La sospensione della Finanziaria regionale da parte del Commissario dello Stato e il blocco dei fondi subordinato al rischio, per la Regione, di sforare il patto di stabilità, sarebbero alla base dell’attuale situazione. “Il Duomo di Giarre non solo è il simbolo della città, ma è soprattutto un centro nevralgico di innumerevoli attività culturali. Non possiamo più andare avanti così. Vorremmo chiedere al governatore di far ripartire i lavori previsti, ma anche di prevedere la possibilità dell’adeguamento dell’impianto elettrico e della tinteggiature di alcune parti interne del tempio, che si sono necessarie e improcrastinabili. L’impianto elettrico va di pari passo con la sicurezza e ci sono punti in cui l’energia non arriva più, come ad esempio nella navata della cappella del compatrono San Sebastiano e in quella del Crocifisso, dove per Pasqua viene tradizionalmente allestito l’artistico altare per l’adorazione eucaristica … Gli orologi delle due torri campanarie, inoltre, sono fuori uso.
Insomma la situazione è davvero grave. Utilizzando i ponteggi già installati si potrebbe provvedere con poche ulteriori spese”. Intanto, i cittadini sulla bacheca del gruppo Facebook “Sei di Giarre se…”, nell’assoluto silenzio dei rappresentati politici sulla questione, fanno sapere che si stanno organizzando per andare in folta delegazione a Palermo sperando di essere ricevuti da Crocetta, per perorare la causa del monumento cittadino. Come si dice: “Chi fa da sé fa per tre…”.
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