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Inchiesta Anas, i trucchi della corruzione: ecco chi sono gli arrestati

"Avevano la consapevolezza di avere messo in piedi un sistema che difficilmente poteva essere scoperto se non attraverso la collaborazione di qualche imprenditore che nel tempo si stancava". Sono le dichiarazioni del colonnello Francesco Ruis, comandante del nucleo polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, subito dopo l'arresto di altre nove persone nell'ambito delle indagini sull'esecuzione di lavori di rifacimento delle strade affidati dall'Anas, nella sostituzione di barriere incidentate e nella manutenzione delle opere in verde.

"All'interno dell'Anas come tutti gli uffici pubblici non è facile entrare -ha poi ammesso il colonnello -. Non sono luoghi accessibili in cui gli investigatori riescono a passare inosservati. E oggi i delinquenti sanno quali sono le tecniche di indagine adottate e fanno bene attenzione all'utilizzo di telefoni, pc, apparati. Anche le modalità con cui si consegnavano le mazzette era fatta in modo che se ci stava una ripresa comunque era l'imprenditore che volontariamente stava lasciando non si sa che cosa dentro l'ufficio".

Ma chi sono i nuovi indagati finiti in carcere? Il funzionario Giorgio Gugliotta, capo nucleo di Anas e gli imprenditori Amedeo Perna (della «Ifir tecnologie stradali» di Milano), Santo Orazio Torrisi (della «Sicileverde Srl» di Aci Sant'Antonio), Giuseppe Ciriacono (della ditta «Italpress costruzioni Group Srl» di Caltagirone) e Vincenzo Baiamonte (dipendente della «Safe road Srl» di Misilmeri).

Una nuova misura cautelare ha raggiunto i tre funzionari Anas già arrestati Riccardo Carmelo Contino, Giuseppe Panzica e Giuseppe Romano che erano ai domiciliari e che vi restano e l'imprenditore di Termini Imrese Pietro Matteo Iacuzzo (della «Iasp Srl») che dagli arresti domiciliari va in carcere. Il nuovo provvedimento è la terza misura cautelare adottata nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione all'Anas che ha già portato all'arresto di nove persone, al controllo di appalti per quattro milioni di euro e all'individuazione di profitti criminali per 500 mila euro.

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