La Compagnia teatrale “Jonica” ha aperto al Garibaldi la nuova stagione teatrale, con una messa in scena de “La governante” di Vitaliano Brancati, per la regia di Bruno Torrisi.
Considerata la reazione del pubblico, sottolineata dai lunghi e ripetuti applausi, il primo banco di prova è andato molto bene.
Protagonista principale, nei panni di don Leopoldo Platania, è lo stesso regista Bruno Torrisi, un attore che si è formato nella Scuola D'Arte Drammatica del Teatro Stabile di Catania nell'87, sotto la direzione di Giuseppe De Martino e che si è poi perfezionato frequentando seminari sul corpo e sulla voce diretti dai registi Ludvig Flaszen e Lech Raczak e dal coreografo francese Gille Coullet.
Ieri l’attore ha regalato una prova in quello che è uno dei testi più celebri di Brancati, scritto per la moglie Anna Proclemer e che lui ha interpretato con perfetto rispetto dei tempi e ottima misura.
A fianco di Torrisi, nel ruolo della governante, Caterina Leher, Adele Nicotra ,una donna calcolatrice, all’apparenza perfetta e integerrima , severa , onesta e puritana anche nell’abbigliamento e nei movimenti, che si rivelerà poi alla fine nella sua fragilità e vittima di se stessa.
Un “bravo” a Giambattista Galeano, nel ruolo dello scrittore Alessandro Bonivaglia che è spesso ospite a casa Platania; convincenti Rita Composto nel ruolo della nuora Elena e Adolfo Urbino in quello del figlio; bravissima Simona Panarello nel ruolo, breve ma denso e importante, di Jana. Completano il cast Marika Mannino e Turi Valenti, le cui interpretazioni sono state apprezzate ed importanti ai fini della riuscita del lavoro.
“L’ idea di riproporre al pubblico questa ‘piece’ - ha detto il regista - non nasce dal desiderio di confrontarci con i grandi che l’hanno interpretata (o che ancora la interpreteranno), quanto quella di misurarci con autori, nostri conterranei, troppo facilmente dimenticati. Gli autori siciliani sono stati e rimangono tra i più grandi drammaturghi al mondo e Brancati ne fa parte. Pensiamo di aver fatto così cosa gradita proponendovi stasera un bellissimo testo di teatro”.
Il testo racconta le vicende della giovane Caterina Leher che, calvinista e integerrima, assunta in casa Platania (famiglia benestante siciliana trasferitasi nella Capitale) vive in colpevole segretezza la propria omosessualità: una “verità” scomoda per il suo tempo, un marchio infamante da scongiurare. Vittima di quest’ossessione sarà alla fine la domestica Jana che, già a servizio in casa Platania, sarà accusata da Caterina di praticare l’indicibile vizio. Licenziata e costretta a tornare al suo paese, Jana morirà tornando al Sud, coinvolta in un incidente ferroviario.
Il testo “scandalo” di Brancati andò in scena per la prima volta a Parigi nel 1963 e, solo dopo l’abolizione della censura, nel 1965 in Italia, interpretato magistralmente da Anna Proclemer, moglie di Brancati, e Gianrico Tedeschi con la regia di Giuseppe Patroni Griff, alla sua prima regia.
Ciò che forse nel testo è messo in luce è proprio il discorso dell’auto-accettazione che sovente è il nucleo caldo dell’omosessualità.
La Governante, infatti, proprio perché non accetta la sua scelta sessuale, finisce con il dare vita, nel tentativo di nascondere la sua vera natura, a una serie di vicende spiacevoli che comporteranno poi la morte della giovane e bella Jana.
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