Il senato accademico studentesco approva all’unanimità l’operazione «Università trasparente» contro «Università bandita» avviata dal neo rettore Francesco Priolo per il «new deal» dell’Ateneo catanese. Ma il senato riflette pure sull’astensione dal voto degli studenti, vuole più democrazia, una didattica 2.0, un portale d’ateneo unico per il rapporto con gli utenti e un ente d’avvio al lavoro.
Ai sei studenti-senatori, dell'Università di Catania, abbiamo chiesto un commento sull’astensione della maggioranza dei loro colleghi (47 votanti su 95) e sull’elezione del rettore di lunedì scorso, sull’operazione «Università trasparente» e quali richieste o proposte avanzeranno al Magnifico Francesco Priolo. In merito all’astensionismo, Alessandro Bulgari si astiene dal commentare, Giuseppe Fava, invece, associa il fenomeno non al «disinteresse, ma alla coincidenza delle votazioni con il mese di agosto».
Antonino Moschetto intende fare un’analisi con «le altre associazioni, per capirne le ragioni» mentre Pierpaolo Panebianco addebita l’astensione alle «difficoltà logistiche degli studenti nell’accedere al voto nel mese di agosto». Federico Scalisi collega l’astensionismo alle «lotte inutili tra le associazioni studentesche, lunghe mani delle segreterie politiche territoriali», Tommaso Vazzano, piuttosto, parla di «bassa partecipazione dovuta sia al poco peso del voto degli studenti, sia all’assenza di consapevolezza di sull’importanza di questa votazione».
Il professore Francesco Priolo punta su una «Università trasparente» per recuperare credibilità accademica, dopo l’inchiesta «Università bandita», e i sei senatori all’unanimità gli ripongono fiducia, per avviare la nuova fase dell’Università di Catania. Oltre ad essere speranzosa e condividere il programma del neo rettore, la rappresentanza studentesca è propositiva. Bulgari suggerisce strumenti didattici 2.0, un «interfaccia web del portale Studium più accessibile (con una commissione che ne verifichi l’effettiva presenza del materiale formativo) e una riqualificazione del pannello didattico Syllabus».
Fava vuole risolvere «il problema dell’elevato numero di studenti fuori corso e migliorare la didattica». Moschetto punta sulla democrazia, con più studenti-elettori per la scelta del rettore, perché «si prendano le giuste responsabilità: questa presa di consapevolezza porterà ad una migliore rappresentanza studentesca».
Panebianco propone di «unificare i database di Ersu e Unict, con un solo portale per iscrizioni e richieste di benefici, oltre a creare un ente universitario dedicato al job-placement, per l’inserimento nel mondo del lavoro».
Scalisi auspica «corsi di laurea più vicini al mondo del lavoro e alle esigenze del territorio» e Vazzano di rivederne alcuni di quelli offerti, per «renderli più innovativi ma, soprattutto, serve creare rete con le imprese locali».
Se il Magnifico rettore Francesco Priolo, per come dice, vuole una «Università trasparente» e inclusiva, gli studenti-senatori accademici sono già al suo fianco.
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