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I 106 anni di nonna Rosa, la «Bella del Pileri» di Acitrezza: le foto di una vita

La «Bella del Pileri» di Acitrezza compie 106 anni, nel borgo marinaro dei Malavoglia è festa per Rosa Russo. L’ultracentenaria decana dell’Etna, si racconta attraverso ricordi e un inedito album fotografico d’epoca, che testimonia la bellezza mediterranea sua e dei suoi luoghi.

«Dicevano che quando ero piccola fossi stupenda, così da allora cominciarono a chiamarmi bella del Pileri, dal nome della zona in cui abitammo nei miei primi tre anni», afferma lei stessa.

Dalla masseria di Vampolieri - collina estesa fino al mare, la cui rocciosa costa di fronte ai Faraglioni nel ’500 era detta la «punta del Piliere» (La vera storia di Acitrezza, 2020, Graziano D’Urso) -, il trasferimento giù in paese, «luogo d’origine dei miei genitori, dove frequentai le scuole elementari», sottolinea Nonna Rosa, che poi confessa: «Ero veramente discola, volevo vincere sempre io».

Della sua infanzia movimentata, a Rosa piace raccontare uno storico aneddoto: «In prima elementare, dopo le lezioni, un giorno insieme ad altri cinque, fra bambine e bambini (un paio erano della seconda), anziché rientrare a casa prendemmo una barca e andammo sull’isola Lachea. Restammo lì tutto il pomeriggio, a raccogliere fiori mentre i nostri genitori ci cercavano. Tornata a casa, le presi da mia madre».

Ad Acitrezza frequenterà pure il catechismo, nella chiesa di San Giovanni Battista, la stessa dove fu battezzata dall’arciprete Salvatore De Maria, domenica 16 gennaio 1916, giorno diventato suo natale civile, la centenaria spiega: «Sono nata il 12 gennaio - precisa -, mio padre mi dichiarò dopo». I familiari l’hanno scoperto per il centesimo compleanno, quando il vicario generale della diocesi di Acireale, monsignor Giovanni Mammino, le ha portato in ricordo una copia del registro dei battezzati.

I genitori, Giuseppe Russo e Anna Grasso, erano di Acitrezza, conferma nonna Rosa prima di aggiungere: «Sono sesta di nove figli, 8 femmine e un maschio», puntualizza. Poi l’ultracentenaria ricorda: «A 16 anni mi trasferii dalla zia Irma, una sorella di mamma, che abitava a Mitogio, sul fiume Alcantara. Lì conobbi mio marito, col quale ci fidanzammo ufficialmente quando ritornò dalla guerra».

Il suo Peppino «nel 1941 fu in guerra in Libia, a Giarabub, dove cadde prigioniero degli inglesi per 6 anni», dicono i familiari. Dopo la prigionia, Giuseppe Leonardi (originario di Motta Camastra, insignito di Croce al merito di guerra) tornò a Mitogio, diventò agente del Corpo delle Guardie di Pubblica sicurezza e, nella chiesa del Buon Pastore di quella frazione di Castiglione di Sicilia, il 7 luglio 1951 sposò Rosa (lui quasi 33 anni, lei 35). «Il corredo del matrimonio me lo sono fatto io», dice fiera nonna Rosa, «ad Acitrezza, con altre ragazze, ero andata a imparare a cucire dalla sarta, la signora Giovanna».

Due i figli, Antonio (seguirà le orme del padre ed oggi è commissario in quiescenza della polizia di Stato) e Bruno (funzionario del comune di Acicastello, anche lui in pensione), che insieme alle rispettive mogli, Mariella e Graziella, accudiscono l’anziana mamma, rimasta senza il marito nel mese di agosto del 2000, un anno prima delle nozze d’oro, che avrebbero festeggiato ad Acitrezza, dove si erano stabiliti definitivamente dagli anni ’70.

Della speciale quanto longeva suocera, alle nuore piace ricordare, fra le altre qualità, il suo animo generoso: «Fino a un paio d’anni fa ci vedeva bene, una sciarpa, una copertina o un paio di scarpine di lana non le negava a nessuno, lavorare a maglia era la sua passione».

Dopo i figli, i nipoti, con Peppino e Rosa nonni due volte lo stesso giorno, dei cugini Giuseppe, simpatico caso di “gemelli diversi”, nati entrambi a Catania. A giocare d’anticipo fu il pargolo di Antonio, ma la rivincita il figlio di Bruno se l’è presa rendendo la «Bella del Pileri» tre volte bisnonna, con i suoi Daniel, Elisa e Aurelio.

L’ultracentenaria, si è lasciata alle spalle due guerre mondiali e tre pandemie (Spagnola, Asiatica, Hong Kong), per quella in corso si è regolarmente vaccinata. Rosa Russo, fino a poco tempo leggeva benissimo i suoi libri delle preghiere, da sempre recita il rosario, che oggi segue in televisione, con la santa messa. Fra i suoi artisti preferiti Luciano Tajoli, le cui melodie cantava sempre ai figli, che ancora oggi quando ascolta si emoziona.

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