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Veglia per la pace in cattedrale a Catania, l'arcivescovo: "Un grave errore la corsa agli armamenti"

" La legittima difesa è necessaria per difendere i civili, ma occorre vigilare perché non si crei una strategia nella quale la deterrenza porti davvero ad una avventura senza ritorno. Noi siamo qui perché vogliamo avere un pensiero cristiano sulla pace, sulla guerra, sull'uso delle armi, sull'ordine internazionale". Lo ha detto Luigi Renna, arcivescovo di Catania nella veglia di preghiera per la pace in Ucraina che si è svolta in cattedrale (nel video un momento della cerimonia) .

Un messaggio di vicinanza al popolo Ucraino quello di monsignor Renna il quale ha ricordato quanto siano numerosi gli ucraini che vivono a Catania e in Sicilia e che in questi giorni sono in grande apprensione per i loro cari. "A loro promettiamo solidarietà ed accoglienza, perché su questa sponda del Mediterraneo possano sentirsi sempre nostri fratelli e mai stranieri", ha aggiunto.

Putin e chi combatte con lui, ha detto l'arcivescovo "saranno veri eroi se in questo momento sapranno deporre le armi e tornare a trattare, per cercare vie ragionevoli a tutela di quei diritti che ritengono essere stati violati. Preghiamo perché il dovere di difendere gli innocenti, la legittima difesa, le sanzioni, siano sapientemente proporzionate e non vadano oltre queste giuste intenzioni ed azioni. Preghiamo affinché l’Organizzazione delle Nazioni Unite sia un arbitro autorevole in questo conflitto”.

Richiamandosi ai salmi monsignor Renna ha ricordato che se “la casa comune non è costruita con il Signore, il Padre che vuole non la morte, ma la vita di tutti i suoi figli, invano fatichiamo, perché tante volte cementiamo le nostre relazioni con gli equilibrismi e non con la fraternità, circondiamo di mura le nostre città e non le dotiamo di ponti, cerchiamo di far crescere il Pil, senza preoccuparci se ci sono degli esclusi”.

A proposito delle armi l’arcivescovo di Catania ha ripreso le dichiarazioni di monsignor Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi, preoccupato per l’invio delle armi nelle zone di guerra: “Mi sembra che qui si vedano ben chiari i grandi interessi delle lobby delle armi. Non per niente da tempo sono in aumento le spese militari. Non ci sono i soldi per tante necessità ma per le armi si trovano sempre. E si decide addirittura di destinarle a zone di guerra, rendendoci, secondo alcuni esperti analisti, un Paese ‘belligerante’”.

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