Le indagini condotte contro il gruppo mafioso catanese facente parte del clan dei Cursoti milanesi, «evidenziano tra l’altro il coinvolgimento dei presunti appartenenti nella gestione di piazze di spaccio nella città di Catania, e in particolare nella zona limitrofa alla stazione ferroviaria centrale del Capoluogo etneo, dove veniva spacciata cocaina e marijuana con introiti di circa 50 mila euro al mese». Lo afferma il direttore Centrale Anticrimine Francesco Messina, dopo il blitz antimafia a Catania. La gestione mafiosa delle piazze di spaccio rappresenta, aggiunge, «una sorta di filo rosso che unisce gli interessi delle diverse compagini criminali mafiose, operanti in tutta Italia. Anche l’indagine odierna, come altre concluse negli ultimi anni sotto il coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della polizia di Stato, dimostra che la gestione di questi mercati di stupefacenti consente di acquisire una provvista in nero poi utilizzata sia per i bisogni urgenti delle organizzazioni criminali sia per finanziare complessi canali internazionali di ripulitura del denaro provento delle vendite e di conseguente riciclaggio. Il contrasto sistemico a tali realtà criminali costituisce dunque un obiettivo strategico della Direzione Centrale Anticrimine sull'intero territorio nazionale».
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