Ventuno persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e 34 kg di cocaina, 400 kg di marijuana, un chilo di hashish, 11.000 piante di cannabis e 38 proiettili calibro 9 sequestrati. E’ il bilancio dell’operazione antidroga ‘Slot machinè della Guardia di finanza di Catania che ha visto impegnati 140 militari delle Fiamme Gialle in diverse province della Sicilia. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Andrea Bonomo e Alessandro La Rosa, hanno fatto luce su una presunta associazione che avrebbero gestito un rilevante traffico di cocaina, marijuana e hashish. Ai vertici del gruppo ci sarebbero stati quattro fratelli Vitale: Franco, di 46 anni, Giuseppe, di 54, Fabio, di 47, e Santo, di 59. Secondo l’accusa avrebbero anche agito da grossisti per altri fornitori dediti all’approvvigionamento delle locali piazze di spaccio.
A conclusione di due anni di indagini il Gip Simona Ragazzi, accogliendo la richiesta della Procura di Catania, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dalle Fiamme gialle, nei confronti di 21 persone e disposto il sequestro, finalizzato alla confisca, di 11 attività economiche, sette fabbricati, sei terreni e di 50 rapporti finanziari e depositi. Le indagini del Gico del nucleo di Pef della Guardia di finanza di Catania sezione Goa nascono da uno spunto dell’operazione ‘La Vallettè su un traffico di droga tra Sicilia, Calabria e Malta. ll gruppo, è la tesi dell’accusa, «avrebbe avuto profili di contiguità con il clan Cappello-Bonaccorsi» avvalendosi «del carisma criminale di Santo Aiello, di 63 anni, cognato dei Vitale e noto esponente della cosca per dirimere le controversie legate al traffico di stupefacenti, ottenere più agevolmente i pagamenti loro ‘dovutì e garantirsi in ogni caso la copertura necessaria al mantenimento dei traffici illeciti». I canali principali di rifornimento di droga, sarebbe emerso dalle indagini, sarebbero stati due: il primo con base operativa in Figline Valdarno in Toscana, con a capo Paolo Messina Paolo, di 44 anni, e l’albanese Erion Keci, detto «Johnny», di 33 anni; e il secondo ai Catania, riconducibile a Salvatore Copia, di 53 anni, e a Nunzio Cacia, di 50. Il trasporto e la custodia della merce acquistata sarebbero poi stati garantiti anche da Giovanni Santoro, di 40 anni, Angelo Ottavio Isaia, di 51, e Matteo Aiello, di 71, che, contesta la Procura di Catania, avrebbero gestito diversi siti di stoccaggio tra Catania, Gravina di Catania, Misterbianco e il Villaggio di Ippocampo di mare.
I nomi degli arrestati
Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di finanza nei confronti di: Matteo Aiello, di 71 anni; Santo Aiello, di 63; Giampaolo Artimino; di 44; Pietro Artimino, di 51; Nunzio Cacia, di 50; Salvatore Copia, di 53; Brahallan Escobar Buritica Ivan, colombiano, di 30; Salvatore Guarsegna, di 65; Angelo Ottavio Isaia, di 51. Ordinanza di custodia cautelare in carcere anche per Erion Keci, albanese, di 33 anni; Paolo Messina, di 44; Mario Murgo, di 56; Gioeli Carmelo Musumeci, di 41; Ardian Qarri, alias Konstadin Qarri, albanese, di 39, Paolo Raciti, di 52 anni; Giovanni Santoro, di 40; Giuseppe Vernengo, di 69, e dei fratelli Fabio, Franco, Giuseppe e Santo Vitale, rispettivamente di 49, 46, 54 e 59 anni.
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