Ha ottenuto un grande successo di pubblico la XVI edizione della Festa della vendemmia, manifestazione folkloristica andata in scena a Piedimonte Etneo da venerdì 27 a domenica 29 settembre, quando il piccolo paese pedemontano retto dal sindaco Ignazio Puglisi, ha rivissuto questa antica tradizione. L'evento è stato occasione di degustazione del nettare delle viti, ma anche dei prodotti degli allevamenti, coltivazioni e tradizioni culinarie: mostarda, castagne, ceci. Stand enogastronomici e artigianali, giochi popolari (palio delle botti, corsa con i sacchi e gara di pigiatura), sfilate lungo le vie cittadine di gruppi folkloristici provenienti dalle province siciliane e dei vendemmiatori in abiti caratteristici e paniere coi grappoli d'uva in spalla, musiche, canti e balli per scandire i ritmi con cui esperti pigiatori hanno rievocato le antiche tradizioni della pigiatura in un apposito palmento allestito in Piazza Chiesa Madre. Le serate sono state allietate da spettacoli musicali nelle piazze del paese. La nascita di Piedimonte Etneo si fa risalire al XVII secolo con decreto di fondazione del 30 agosto 1687. Ignazio Sebastiano Gravina Amato Cruyllas venne autorizzato dal Re a popolare e fabbricare, nel suo feudo Bardelle, un territorio boscoso e ricco di sorgenti d'acqua. Da qui la nascita di Belvedere, antica denominazione di Piedimonte, corrispondente alla parte sud-est del moderno centro abitato che, in breve tempo, diventò un centro agricolo fiorente. Dal Catasto Borbonico del 1844 si evince che il vigneto sull'Etna occupava superfici superiori al 50% ed il territorio di Piedimonte non faceva eccezione, rientrando a pieno titolo tra le contrade più rinomate tra quelle ad economia vinicola. Piedimonte Etneo rientra nella fascia di produzione dei vini D.O.C. dell'Etna, principalmente attraverso la coltivazione del vitigno Nerello Mascalese. Altri vitigni coltivati sono il Carricante, a bacca bianca, ed il Nerello Cappuccio, a bacca rossa: quest'ultimo ha caratteristiche complementari a quelle del Nerello Mascalese infatti, i due vitigni, vengono utilizzati per produrre l'Etna Rosso, il vino più conosciuto. (servizio di Alessandro Famà)
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