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Catania, le caratteristiche del nuovo pronto soccorso: separati i codici rossi, gialli e verdi

Il pronto soccorso del San Marco è il quarto pronto soccorso generale della città di Catania, il secondo dell’Azienda ospedaliero universitaria Policlinico Rodolico-San Marco.

Al lavoro 30 medici

L'Azienda Policlinico è in grado di assicurare nel nuovo pronto soccorso, grazie al lavoro di 30 medici e 60 infermieri, oltre agli operatori socio sanitari, un’assistenza in emergenza-urgenza che copre l’utenza di un’area molto vasta del territorio etneo, da sud a nord della città etnea.

Aree rossa, gialla e verde in servizio contemporaneamente

L'unità nasce con l’obiettivo di dare una nuova impostazione alla gestione dell’utenza, così da ridurre i tempi di attesa e porre al centro di tutto le esigenze del paziente, secondo quanto recita la scheda tecnica fornita dall'ospedale. Il «modello circolare» adottato prevede sei macro-aree, tutte dotate di strumentazioni ad alta tecnologia. Il pronto soccorso sarà quindi articolato in tre aree triage (pre-triage, triage e triage avanzato) e tre aree codici (verde, con un ambulatorio per le fragilità, gialla e rossa). Nelle 6 aree potranno essere accolti contemporaneamente circa 40 pazienti, a seconda del diverso livello assistenziale richiesto, per essere accompagnati lungo il percorso che garantisca le cure più appropriate. Insomma, i codici rossi verranno trattati in un'area specifica e così i gialli e i verdi.  Il percorso individuato dai medici dovrà concludersi con la dimissione, il ricovero o la presa in carico da parte dei vari ambulatori presenti in azienda.

I due reparti annessi

Alle sei macro-aree sono annessi un Obi (servizio di Osservazione breve intensiva) e un reparto di Terapia subintensiva dotato di dieci posti letto monitorizzati, attrezzati con strumenti ad altissima tecnologia, capaci di gestire nel modo più corretto il paziente critico.

L'accesso

Per accedere al pronto soccorso dall’ingresso dell’ospedale, occorre seguire il tragitto contrassegnato dalle linee gialle e percorrere la bretella laterale sinistra.

Il pre-triage

È l’area che si affaccia sulla camera calda in cui il paziente viene immediatamente sottoposto a tampone rapido anti Covid. Qui l’infermiere addetto ha il compito di eseguire il tampone rapido a tutti i pazienti che si presenteranno in maniera autonoma o con mezzi di soccorso, ad eccezione di quelli nelle ambulanze medicalizzate in codice rosso che raggiungono l'area rossa passando dal retro. Da questo momento, a seconda dell’esito dell’esame, che stabilirà se si tratti di positivi o negativi al Covid, i pazienti seguono percorsi separati.

Triage

Il paziente viene fatto accomodare all’interno del pronto soccorso dove si esegue il triage. Nella work-station della hall è presente personale amministrativo e infermieristico che si occupa della registrazione e del triage dei pazienti che sono divisi in due percorsi diversi, a seconda che si tratti di pazienti «autonomi» o in barella. Nell’ampia hall si affacciano due sale di attesa, una delle quali dedicata ai minori.

Triage avanzato

È l’area alle spalle del retro-triage con la duplice funzione di accogliere i pazienti in attesa di essere visitati ed iniziare la «processazione» degli stessi secondo protocolli codificati e poi di proseguire nel trattamento dei pazienti che sono stati già visitati nell'area gialla e sono in attesa di completare l'iter diagnostico terapeutico.

Dopo il triage

Una volta eseguito il triage, i pazienti vengono smistati a seconda del codice colore e trattati contemporaneamente in un modello circolare, senza mai ledere la privacy di ciascuno di loro. A seconda dei sintomi presentati e del relativo codice colore assegnato, i pazienti vengono quindi indirizzati direttamente nelle aree di pertinenza, in attesa di essere visitati. In questo modo i pazienti sono tenuti in costante osservazione, confortati dalla presenza del personale sanitario.

Area rossa

È composta da una sala rossa e dalla shock-room.

La sala rossa

È un ampio «open space» con otto postazioni delimitate da box, ciascuna dotata di sistema di monitoraggio multiparametrico centralizzato. È il luogo in cui vengono gestite le insufficienze respiratorie che hanno necessità di ventilazione, e tutte le patologie il cui trattamento prevede una «golden hour» (lasso di tempo successivo ad una lesione traumatica, durante il quale vi è la più alta probabilità che un pronto trattamento medico possa evitare il decesso del paziente).  La presenza di box consente l'isolamento degli spazi dei pazienti qualora fossero presenti dei Covid positivi da ventilare.

Shock-room

È l’area dove vengono accolti i pazienti che presentano politraumi ed i pazienti che arrivano già in arresto cardiocircolatorio o già intubati dalle altre strutture sanitarie del territorio. L’area è costituita da un locale con due postazioni attrezzate per il trattamento del paziente estremamente critico ed instabile (politrauma, paziente che viene intubato in pronto soccorso o che giunge tale, paziente in arresto cardio-respiratorio), per completare la fase diagnostica e la stabilizzazione prima del ricovero. Sono presenti due postazioni con erogatori di gas medicali compressi e vuoto, un carrello d'emergenza, una workstation di Anestesia e Rianimazione. Tale area può essere utilizzata anche per le procedure invasive o che hanno bisogno di sedazione profonda (drenaggi, introduzione di Cvc, Cve, trazione di fratture o procedure urgenti ortopediche e quant’altro).

Area gialla

È composta da un unico «open space» con sette postazioni con erogatori di gas medicali, divise da un sistema di tende fissate al tetto con possibilità di monitoraggio multiparametrico continuo.

Area verde/bianca

Comprende due «open space» in cui i pazienti si muoveranno in maniera orizzontale attraverso un sistema di «charge-discharge». Il primo, alle spalle del triage dei pazienti deambulanti, è dotato di tre postazioni con erogatori di gas medicalizzati e può accogliere fino a 8 pazienti, adibito ad accogliere i pazienti già trattati in area verdi. Nell'altro «open space» sono presenti tre postazioni letto con erogatori di gas medicalizzati e sedie per altri pazienti.

Ambulatorio fragilità

Si trova alle spalle dell'area verde, è predisposto ad accogliere la categoria di pazienti «fragili»: codici rosa, pazienti con disabilità psichica in modo tale da permettere la presenza del care-giver, pazienti psichiatrici in attesa di Tso e bambini. In questa stanza sono previste due postazioni con ossigeno, separate tra loro.

Osservazione breve intensa

L’Obi è ubicata all’interno del Dea (Dipartimento di emergenza urgenza e accettazione) in locali attigui al pronto soccorso e alla Medicina d’urgenza. I locali destinati ai pazienti comprendono una sala open space e una stanza di isolamento con annessa anticamera, dotata di servizi igienici dedicati. Delle nove postazioni Obi situate nell’«open space», quattro sono dotate di monitor multiparametrico, collegati ad una centralina dedicata sistemata sul desk. Nove postazioni (8 nell’open space e la postazione in stanza di isolamento) sono dotate di unità di erogazione gas medicali e vuoto.

L’Obi si propone di migliorare la funzione di filtro al ricovero di pazienti con sintomi o condizioni cliniche potenzialmente pericolose per la vita o suscettibili di peggioramento del quadro clinico, nel rispetto degli standard assistenziali e delle evidenze scientifiche.

Subintensiva

È l’area attrezzata in cui vengono assicurate attività relative a dialisi continua, ventilazione non invasiva, procedure atte a fronteggiare l’emergenza-urgenza cardiovascolare e tutti quegli interventi riguardanti le «golden hours» (lasso di tempo successivo ad una lesione traumatica, durante il quale vi è la più alta probabilità che un pronto trattamento medico possa evitare il decesso del paziente). L’alta intensità dell’assistenza si riferisce al notevole impegno del personale medico ed infermieristico per lo svolgimento di un iter diagnostico-terapeutico concentrato nel tempo, che preveda l’esecuzione di accertamenti diagnostici, monitoraggio clinico continuo e terapie, al fine di garantire nel più breve tempo possibile e con il necessario livello di sicurezza, la stabilizzazione del paziente con successiva dimissione o ricovero nel reparto più appropriato.

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