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Etna, studio su possibile previsione di eruzioni e sismi

Uno studio dei ricercatori dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dell'università di Catania apre nuove possibilità sulla definizione in anticipo di diversi possibili scenari sul vulcano

CATANIA. Uno studio realizzato da ricercatori dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dell'università di Catania apre nuove possibilità sulla definizione in anticipo dell'evoluzione temporale di diversi possibili scenari, sismico ed eruttivo, sull'Etna.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale 'Journal of volcanology and geothermal research', e mette in relazione la risalita del magma all'interno dei principali condotti di alimentazione dell'Etna, il conseguente stress che si determina sui sistemi di faglia che intersecano l'edificio vulcanico e, in particolare, su quelli che interessano l'instabile fianco orientale.
Secondo il professor Stefano Gresta, uno degli autori e presidente dell'Ingv, il risultato più interessante e promettente della ricerca, che si è avvalsa dell'uso di un modello matematico computerizzato per simulare e analizzare l'interazione fra il magma e le faglie, sta "nella scoperta che la risalita di nuovo magma può trasferire stress sul fianco orientale dell'Etna provocando l'attivazione sismica della nota faglia Pernicana e delle altre faglia che interessano i versanti Orientale e Meridionale del vulcano". Il movimento può quindi anche "accrescere l'instabilità di questo intero versante e scatenare attività sismica locale".
Questa dinamica, a sua volta, può sollecitare un'ulteriore risalita di magma. Secondo la ricerca "si può creare, insomma, un vero e proprio 'meccanismo di feedback', o meglio una sorta di 'loop' che è in grado di spiegare l'evoluzione delle maggiori crisi eruttive e sismiche degli ultimi decenni sull'Etna".

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