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Albergatori acesi al sindaco: "No alla tassa di soggiorno"

Per l'amministrazione, una via obbligata per evitare di dover far quadrare il bilancio a spese della città. Ma per gli albergatori, che già lamentano una forte aliquota Imu sulle strutture di proprietà, rappresenta il rischio di veder lievitare i costi, con il conseguente pericolo di chiudere i battenti

ACIREALE. No alla tassa di soggiorno. Gli albergatori acesi scrivono al sindaco Nino Garozzo per chiedergli conto e ragione della delibera che l'amministrazione si appresta a presentare in Consiglio comunale, e che dovrebbe istituire la tassa che andrà a pesare sulle visite dei turisti. Per l'amministrazione, una via obbligata per evitare di dover far quadrare il
bilancio a spese della città. Ma per gli albergatori, che già lamentano una forte aliquota Imu sulle strutture di proprietà, rappresenta il rischio di veder lievitare i costi, con il conseguente pericolo di chiudere i battenti.
Soprattutto, gli albergatori lamentano che accordi già presi con i tour operator non consentono di modificare i prezzi proposti, col risultato che la tassa di soggiorno andrebbe a pesare inevitabilmente su di loro invece che sui turisti.
Il sindaco si dice disponibile ad ascoltare e comprendere le ragioni degli albergatori. Ma, specifica, "sull’Imu vi è già una decurtazione sul massimale per chi è proprietario dell’albergo; la Tarsu ad Acireale non viene aumentata dal 2005 (e il Comune avanza qualcosa come 2 milioni di euro non versati dagli allberghi). E la tassa di soggiorno può servire, in tempo di ristrettezze a salvaguardare le iniziative turistiche della Città. Ciò detto, se in Consiglio comunale dovessero emergere altre soluzioni, che garantiscano il saldo e gli
equilibri di Bilancio, siamo disponibili a parlarne”.

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