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Teatro Bellini di Catania, l’Orchestra suona la protesta

CATANIA. Non sarà l'unico atto di protesta dei dipendenti del Bellini, né l'ultimo. Non ricevono lo stipendio da tre mesi (novembre sarà il quarto) e, per focalizzare l'attenzione di politica, istituzioni e opinione pubblica, suonano. Sì, è la loro azione per manifestare dissenso e rabbia. Ieri, infatti, i lavoratori del teatro Bellini di Catania hanno «tradotto in musica» la loro contestazione per «la grande difficoltà economica e per il loro futuro incerto, causato da inspiegabili e incomprensibili follie burocratiche Regionali che ritardano i finanziamenti dovuti alla sopravvivenza dell'Ente».
Un concerto la mattina, un secondo nel pomeriggio con musiche di Bellini, Verdi e Rossini.
Da giorni sono in agitazione e organizzano assemblee e momenti di contestazione al fianco dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Fials, Ugl, Libersind, Cisal. A riguardo la «Cgil e Slc Cgil diffidano chiunque tenti di alzare cortine fumogene sui veri problemi del Teatro Massimo Bellini che derivano dal mancato saldo da parte della Regione dei contributi relativi alla prima semestralità e dell'intera seconda semestralità». Così in una nota il segretario confederale della Cgil di Catania, Giovanni Pistorio, ed il segretario generale di Slc Cgil, Davide Foti. E aggiungono: «Mancano all'appello 10 milioni di euro, e senza questa somma il Teatro è nell'impossibilità di poter procedere nelle attività e di poter pagare le retribuzioni ai propri dipendenti. A tal punto solo i cittadini che hanno a cuore la sorte del teatro ed i lavoratori senza stipendio hanno il diritto di protestare». «Sul perché la Regione abbia bloccato gli accreditamenti — dicono — ce lo spiega lo stesso assessore Luca Bianchi, quando ammette di aver convocato tutti i capi dipartimento regionali e di aver fornito direttive per frenare al massimo la spesa per non sforare il patto di stabilità, e di essersi recato a Roma per chiedere al Ministero una serie di esenzioni che potrebbero essere accolte. Il condizionale è d'obbligo». Non si fa attendere l'intervento della politica. Sulla questione è intervenuto il deputato di Articolo 4, Lino Leanza, che consiglia di «Nominare subito il Consiglio di amministrazione del Bellini» per fare fronte «alla crisi di uno dei più importanti teatri d'Europa». Leanza sollecita quindi «il presidente della Regione a intervenire nella vertenza per riportare la gestione nell'ordinarietà».
Arriva anche la nota della parlamentare regionale del Pd Concetta Raia che sottolinea: «Sulla vicenda del Bellini non c'è da perdere altro tempo. Bene ha fatto il sindaco Enzo Bianco ad inviare i funzionari della Ragioneria per aiutare il personale del teatro ad approntare il bilancio e a sollecitare la rapida nomina del Consiglio di Amministrazione, così che il comune possa riassumere il ruolo centrale nella gestione dell'ente, come è necessario che sia».
Se i lavoratori del Bellini piangono, di certo non ridono quelli del teatro Stabile, anch'essi senza stipendi da tre mesi. Proprio nei giorni scorsi l'ente teatrale ha riunito d'urgenza il Consiglio di amministrazione «per affrontare - si legge in una nota - il progressivo aggravarsi della situazione finanziaria, resa critica dal perdurante ritardo dei contributi deliberati e dovuti dalla Regione». Il Cda, presieduto da Nino Milazzo, ha incontrato i rappresentanti sindacali per mettere a punto, con la partecipazione del direttore Giuseppe Dipasquale, le azioni adeguate a tutelare i diritti delle maestranze e la sopravvivenza stessa dell'ente. Il consiglio di amministrazione dello Stabile tornerà a riunirsi mercoledì prossimo. Intanto, il Cda e i sindacati hanno avanzato congiuntamente agli organi regionali la richiesta di un incontro in tempi brevi per uscire dall'impasse.

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