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Catania, approvato il Registro delle Unioni civili ma voto sul filo di lana: appena 23 i «sì»

CATANIA. Servivano 23 «sì». E, alla fine, tanti ne sono arrivati. Il Registro delle Unioni civili è stato così approvato, ieri sera, dal Consiglio comunale. Decisione sofferta, tormentata, sempre sul filo. Astenuti e assenti anche in maggioranza, dove c’è stato chi ha votato a favore della delibera pur non avendo mai nascosto le proprie perplessità. Lontano dall’Aula di Palazzo degli Elefanti, invece, se n’è rimasto Daniele Bottino, il capogruppo del «Megafono» che nelle scorse settimane insieme con i pastori evangelici aveva manifestato netta contrarietà — «ma a titolo personale» — alla proposta della giunta Bianco: «Ero fuori Catania, avevo chiesto un rinvio alla prossima settimana ma non mi è stato accordato e io ho quindi inviato una nota letta a inizio seduta dalla presidente Francesca Raciti», precisa il dissidente di centrosinistra. Bottino, quindi, esclama: «Sono contento di avere manifestato alla luce del sole la mia opposizione. In città nessuno potrà dire che ho contribuito a far passare questo provvedimento, sul quale resto contrario. In concreto non cambia nulla, bisognava aspettare che il legislatore intervenisse sulla materia».
Un provvedimento fortemente voluto dal sindaco, il Registro delle Unioni civili. Enzo Bianco ha voluto personalmente essere in Consiglio per sostenere un’iniziativa, già contenuta nel suo programma elettorale. Sapeva di correre un rischio per i molti «distinguo» tra i consiglieri che sostengono la sua amministrazione, ma ha preferito andare avanti. E ce l’ha fatta. Un contributo all’esito positivo è venuto dall’opposizione con Forza Italia che ha lasciato «libertà di coscienza» ai componenti del gruppo. Tuccio Tringale, vicepresidente «azzurro» dell’Aula, è risultato determinante col suo «sì». Dieci, invece, gli astenuti. E un «no»: quello di Riccardo Pellegrino, consigliere di Forza Italia. Ieri, intanto, è stata annunciata da un gruppo di cittadini la nascita della sezione locale del «Comitato della Famiglia». Obiettivo dichiarato: «Tutelare la famiglia contro le unioni civili».

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