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Acireale, si riapre il caso della morte di Baldi

ACIREALE. Suicidio spontaneo o suicidio indotto? S'infittisce il mistero sulla morte di Camillo Baldi, giovane "rampante" della politica acese, ritrovato morto, impiccato, in un terreno di Trecastagni, poche settimane prima delle elezioni politiche acesi, che avrebbero dovuto vederlo come protagonista e nelle quali, invece, Baldi sembrava faticare a trovare una collocazione in lista.
Adesso, il sospetto che quel suicidio non sia stato proprio "normale", comincia a prendere forma. La magistratura catanese, infatti, non ha ancora chiuso l'inchiesta relativa e, anzi, ha voluto sentire diverse persone per fare un quadro più preciso della situazione.
È lo stesso procuratore Giovanni Salvi a spiegare il perché a piazza Verga si sia deciso di aprire un fascicolo sulla vicenda. Innanzitutto si è voluto verificare con certezza se si sia trattato davvero di suicidio e pare che da questo punto di vista siano rimasti pochi dubbi. E poi si è voluto dare seguito alle voci circolate in città che, spiegano i magistrati catanesi, andavano verificate.
In quest'ottica molti documenti sarebbero stati acquisiti, e tante persone sarebbero state sentite. Tra il materiale ancora tra le mani dei magistrati, anche il telefonino del consigliere comunale. Quanto ai familiari, al momento scelgono la via della riservatezza, e più che esprimere fiducia nel lavoro della magistratura preferiscono non fare. Insomma, è ancora tutto da definire il quadro di quello che accadde lo scorso 11 aprile, quando il corpo di Camillo Baldi venne ritrovato, per caso, nella sua campagna nel comune di Trecastagni, appeso a un albero con una corda al collo.
Il ritrovamento venne fatto il giorno stesso in cui si sarebbe dovuta inaugurare la "nuova" villa Belvedere, dopo due anni di chiusura, fatto questo che qualcuno provò a collegare con la morte del giovane consigliere, impiccatosi a 29 anni. Secondo le voci più insistenti, però, sarebbero state le difficoltà di Baldi a trovare una lista nelle elezioni che si sarebbero svolte da lì a un mese.
Baldi era diventato consigliere comunale dopo essere stato eletto nella lista dell'allora candidato sindaco Nino Garozzo, poi rieletto per il secondo mandato. Ma nel corso del quinquennio, Baldi aveva cambiato schieramento, in disaccordo su alcune scelte dettate da Basilio Catanoso: uscì quindi dal gruppo del Pdl, confluendo prima nel Gruppo misto, poi avvicinandosi all'Udc, per poi accostarsi addirittura alle posizioni del Pd, di cui avrebbe sostenuto il candidato sindaco Sebi Leonardi
. Inquietante il suo ultimo "post" su Facebook, la sera prima di salire a Trecastagni e legarsi una corda al collo: «Non vuole essere un addio ma un arrivederci». Imvece, fu l’ultimo saluto del consigliere comunale. Un mistero che s’infittisce e che i magistrati ora vogliono definitivamente chiarire.

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