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Catania, penalista non va in udienza perché fugge da un incendio ma il giudice non gli crede

L'avvocato aveva telefonato a un collega per comunicare la sua assenza al processo, ma la giustificazione è stata ritenuta «non documentata e non attestante un impedimento assoluto»

Un penalista fugge di casa col figlio minorenne dall’incendio che ha aggredito la zona in cui abita e chiede a un collega che era in aula di segnalare al Tribunale, davanti al quale era prevista un’udienza, la sua assenza per il rogo e che non poteva assistere l’imputato, ma il giudice rigetta l’istanza ritenendola «non documentata e non attestante un impedimento assoluto».

È quanto accaduto ieri a Catania durante gli incendi che hanno durante colpito la città e la sua provincia. Sulla vicenda è intervenuto il Consiglio dell’ordine degli avvocati del capoluogo etneo che, in una nota firmata dal presidente Antonino Guido Distefano e dal consigliere Santi Pierpaolo Giacona, parla di una vicenda che, «oltre ad apparire surreale, esprime tutta la sua gravità in ognuno degli aspetti in cui la si consideri».

«Appare raccapricciante - afferma il Coa - la superficialità con la quale è stata sottovalutata una circostanza drammatica che coinvolgeva l’incolumità personale di un avvocato e, ancora prima, di un uomo e della sua famiglia. Indigna poi, non solo il Coa, ma l’intera classe forense, la manifesta mortificazione del diritto di difesa consumatori con il provvedimento in questione». Per il Coa di Catania, che esprime solidarietà al collega «colpito da un drammatico evento e penalizzato da un provvedimento abnorme e ingiusto», l’istanza di rinvio riassumeva tutti gli elementi della forza maggiore e, come ovvio, non documentabile perché riguardava un avvenimento che si stava svolgendo in quel momento».

Sulla vicenda è intervenuta, con un post sulla propria pagina Facebook, anche la Camera penale Serafino Famà di Catania, presieduta da Francesco Antille, che «esprime massima solidarietà al collega per quanto a lui accaduto nel corso dell’udienza del 25 luglio».

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