CATANIA. È stato il solito Catania da trasferta, volenteroso,ma senza l’adeguato coraggio; a volte forse anche bello a vedersi, ma poco pratico. Squadra incapace, tra l’altro, di riuscire a trarre vantaggio da oltre 50 minuti giocati in superiorità numerica, anzi tanto ingenua da farsi battere a tempo quasi scaduto. A giustificazione di Dario Marcolin non è molto convincente: «Un episodio ha cambiato la partita». Ma almeno altri due episodi hanno pesato sull’esito negativo dell’incontro per il Catania: il controllo non impeccabile di Lucas Castro sotto porta, con parata affannosa del portiere avversario, su un angolo di tiro ormai molto chiuso, e poi il clamoroso errore sottoporta di Martinho, subito prima della prodezza di Sansovini.
Ma, nel complesso, se il Catania può ritenere beffarda la sconfitta, bisogna anche dire che di certo non avrebbe meritato la vittoria, perché incapace di pressare la formazione avversaria che, in casa, per altro, non è certo blindata. Paradossalmente, se gli etnei cercavano l’impresa per rilanciarsi in classifica, soprattutto dopo lo stop interno subito ad opera del Crotone, sono stati invece i biancocelesti a migliorare sensibilmente la posizione in classifica e rafforzato, nel contempo, con una colata di cemento armato la traballante panchina del tecnico Baroni. Marcolin, invece, non ha convinto. Appare un po’ contro logica la sostituzione delle due punte proprio quando la squadra doveva poter pressare di più per sbloccare il risultato.
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