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Pulvirenti da Palazzi per evitare la serie D al Catania

L’ex presidente fornirà oggi al procuratore federale la sua versione: l’obiettivo è limitare i danni. Vanno via Belmonte, Del Prete, Martinho e Frison

CATANIA. Settimana intensa e in parte decisiva per il futuro del Catania. Al centro di tutto l'ormai ex presidente rossazzurro Nino Pulvirenti, tutt'ora, però, proprietario del club. Oggi a Roma, sarà interrogato dal procuratore federale Stefano Palazzi, al quale racconterà la sua versione in merito all'inchiesta "I treni del gol", che ha fatto da apripista alle indagini della giustizia sportiva. Accompagnato dal suo legali Eduardo Chiacchio e Giovanni Grasso, che lo assiste anche nell'indagine penali, Nino Pulvirenti sembra a fornire la massima collaborazione agli investigatori federali e, probabilmente, patteggiare una pena che possa limitare i danni per lui e per la società di Torre del grifo.

Due sono le partite per le quali ha ammesso la combine (con il Trapani, in casa, 4-1, e con il Varese, in trasferta, 0-3), mentre per le altre Pulvirenti ritiene di essere stato vittima di una truffa, tramite l'unico interlocutore che avrebbe curato i contatti, l'ex direttore sportivo Daniele Delli Carri. L'imprenditore di Belpasso confermerà la sue responsabilità, ma avanzerà anche delle attenuanti, come quelle di aver agito fortemente provato da minacce di morte, con tanto di busta e proiettili recapitati. "Ho sbagliato e devo pagare, ma la radiazione mi sembrerebbe una punizione troppo grave", ha dichiarato Pulvirenti appena otto giorni fa nella sua prima conferenza stampa, dopo nove mesi di silenzio. L'obiettivo è evitare la retrocessione in serie D.

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