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Aggressione a Lo Monaco: "Poteva scapparci il morto", Ghirelli a Catania

"Mi sento violato, sono stati venticinque minuti drammatici in balia di balordi. Poteva scapparci il morto...". Lo ha affermato Pietro Lo Monaco, Ad del Catania Calcio aggredito ieri sul traghetto Messina Villa San Giovanni da ultras etnei e che oggi ha partecipato al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica appositamente convocato dal prefetto Claudio Sammartino.

"L'unica escoriazione - ha aggiunto - ce l’ho dentro, nel cuore. La scorta? Sono cose che deciderà chi è competente in materia. Quello che è successo ieri è accaduto in un luogo pubblico. Vedremo...".

"Ieri per 25 minuti - ha ricostruito parlando con i giornalisti - sono stato in balia delle frasi più becere, delle accuse più becere e delle minacce più becere. Chi ha fatto quello che ha fatto si è firmato: ci sono telecamere, ci sono testimoni ed è davanti gli occhi di tutti quelli che è successo. Io mi auguro che questo episodio sia uno spunto per isolare i violenti e per cercare di fare ripartire il Catania. I tifosi, quelli che si spacciano per tali, non fanno queste cose. Quello che è accaduto ieri fa parte di un meccanismo in cui si dà voce e corpo a questa gente, il risultato è questo. Chi parla, chi commenta, i personaggi pubblici che hanno un ruolo - ha osservato Lo Monaco - devono capire che influiscono e in qualche modo indirizzano".

Intanto, il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, si è recato nella città siciliana per portare sostegno e vicinanza a Pietro Lo Monaco; ha incontrato il Prefetto di Catania, Claudio Sammartino e il Questore di Catania, Mario Della Cioppa, li ha ringraziati per il lavoro che svolgono le Forze dell’Ordine, ed ha partecipato alla riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

"Mi sembrava doveroso essere oggi a Catania - ha dichiarato Ghirelli - per esprimere la vicinanza di tutta la Lega Pro a Pietro Lo Monaco e rafforzare il segnale che noi non arretriamo davanti alla violenza, non la tolleriamo e non ha niente a che fare con il nostro calcio. Essere sceso in campo, come ha fatto il Catania ieri in Coppa Italia, è un messaggio forte e la risposta ai delinquenti. Abbiamo dato capacità di unione tra Lega Pro e club e ribadito, tutti assieme, che questi gesti non possono danneggiare il calcio".

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