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Uccise ladro durante furto, caso ancora aperto

La morte di Roberto Grasso per mano di Giuseppe Caruso a Mascali. Si tratta del responso medico stilato da Pietro Piccirillo, che rappresenta la parte civile

CATANIA. E' stata una disamina assai attenta quella che ieri, davanti ai giudici della Corte d'assise presieduta da Rosario Cuteri, ha fatto il medico legale Pietro Piccirillo ascoltato come perito della parte civile nel processo per la morte di Roberto Grasso avvenuta a Puntalazzo (Mascali), ad opera di Giuseppe Caruso, 70 anni, che stanco dei continui furti al suo fondo agricolo ha sparato dopo avere visto il giovane introdursi nella sua campagna.

"La morte - dice Piccirillo - è stata causata da uno choc emorragico dovuto a perforazioni bilaterali dei due polmoni attinti da 4 colpi di pistola". Nessuna certezza scientifica, invece, sulla sequenza degli spari. "Solo per esperienza - aggiunge il medico - posso dire che il primo colpo sia stato diretto alle spalle. L'ultimo al capo". E proprio sull'ultimo sparo si sono concentrate molte domande dell'avvocato Lucia Spicuzza, che in giudizio è presente per i familiari del ragazzo deceduto. Grasso indossava un casco, al momento dei tragici fatti, ed è emerso che il colpo è stato sparato dall'alto in basso, dunque quando era già a terra. E' da escludere, per il perito, una possibile colluttazione tra l'anziano e il giovane sfociata, poi, nella disgrazia. "La vittima - ha proseguito Piccirillo - aveva le unghie molto corte e non sono state rinvenute tracce biologiche. Solo sporcizia".

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