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Truffe sui rogiti, ecco il «Sistema-Ciancico»

CATANIA. Il sistema di truffa emerso ieri in aula, dalla deposizione dei primi testi dell'accusa ascoltati nel processo al notaio Vincenzo Ciancico imputato per falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa e peculato, era ben ideato. "Negli atti - ha dichiarato il luogotenente Giuseppe Allegra del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza - che venivano trasmessi telematicamente all'Agenzia delle Entrate il notaio inseriva una clausola di agevolazione fiscale. I clienti, così, pagavano al notaio regolarmente le somme dovute, ma le imposte non erano girate allo Stato correttamente". In altri casi, invece, ai soggetti venivano tenuti nascosti i possibili benefici che finivano direttamente nella tasche del professionista. O meglio, i denari venivano canalizzati nel conto corrente privato di Vincenzo Ciancico, cointestato con la moglie. Di contro, era in rosso il conto corrente del notaio intrattenuto con un altro istituto di credito, utilizzato per i pagamenti dello studio con l'Erario.

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