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Assenteismo al Comune di Acireale: sospesi 15 dipendenti

ACIREALE. Il Comune di Acireale ha "disposto l'immediata sospensione d'ufficio dal servizio" di 15 dei 62 dipendenti dell'ente indagati dalla polizia di Stato per truffa e falso nell'ambito dell'inchiesta per assenteismo della Procura di Catania. Il provvedimento amministrativo riguarda tre persone gli arresti domiciliari e altre 12 per le quali il Gip ha disposto l'obbligo di firma.

"Sarà compito della commissione disciplinare - si legge in una nota del Comune - procedere immediatamente nei confronti dei soggetti interessati dalle misure restrittive. L'amministrazione rimane ovviamente in attesa di ricevere le necessarie comunicazioni da parte degli organi inquirenti relative anche agli altri 47 impiegati comunali coinvolti nell'inchiesta, al fine di avviare ogni conseguente procedimento. Non ci sono dubbi, e d'altronde non potrebbero essercene - conclude la nota del Comune di Acireale - sul fatto che anche dal punto di vista etico chi ha sbagliato deve pagare".

Circa un quarto dei 240 dipendenti del plesso di San Cosmo degli uffici del Comune di Acireale nonostante fosse assente, risultava al lavoro grazie alla complicità di alcuni colleghi che 'strisciavano' per loro il badge personale. Lo hanno scoperto gli agenti della Polizia di Stato, che nell'indagine coordinata dalla Procura di Catania, hanno indagato 62 dipendenti ''assenteisti'' per truffa e falso.

Per tre di essi, la cui posizione è ritenuta di maggiore gravità - Mario Primavera, di 59 anni, Venera Lizio, di 71, e Orazio Mammino, di 39 - il Gip ha disposto i domiciliari, per altri 12 l'obbligo di firma. L'indagine è stata avviata dopo le lamentele dei cittadini che non trovavano dipendenti comunali a lavoro. Ed è durata solamente dodici giorni lavorativi perché uno degli impiegati ha visto la telecamera nascosta dagli investigatori e l'ha distrutta.

Intanto saranno interrogati il prossimo 17 febbraio dal Gip di Catania, Giovanni Cariolo, i 15 dei 62 dipendenti indagati per truffa e falso. Il Giudice per le indagini preliminari interrogherà i tre che sono agli arresti domiciliari e gli altri 12 per i quali ha disposto l'obbligo di firma. Per il Gip Cariolo "si sono resi protagonisti di condotte illecite non solo quantitativamente rilevanti, ma anche 'qualificativamente' significative di una condotta parassitaria volta sostanzialmente ad utilizzare il posto di lavoro quale strumento per foraggiare le proprie risorse economiche, cioè percepire parte molto rilevante dello stipendio, senza svolgere la corrispondente attività di lavoro".

Le indagini della polizia di Stato del commissariato di Acireale sono state avviate dopo la presentazione di un esposto anonimo e le lamentele di alcuni utenti. Un appostamento degli agenti ha permesso di accertare che c'erano gli estremi per attivare un'inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori di Catania Pasquale Pacifico e Marco Bisogni, che è stata portata avanti anche con intercettazioni video ambientali fino a quando un dipendente non si è accorto della presenza telecamera nascosta dagli investigatori e l'ha distrutta.

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