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Dializzati dirottati in clinica a Catania, infermiere ai domiciliari

E’ stato arrestato un infermiere dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania che avrebbe percepito la somma di 100mila euro da una dottoressa corrotta

CATANIA. Continuano le indagini della guardia di finanza di Catania sui medici e gli imprenditori che avrebbero dirottato i pazienti dializzati da ospedali pubblici a centri privati. E’ stato arrestato un infermiere dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania che avrebbe percepito la somma di 100mila euro da una dottoressa corrotta.

La guardia di finanza etnea ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Giuseppe Di Mauro, emessa dal Gip del tribunale di Catania su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito degli sviluppi dell’operazione “Bloody Money”.

L’infermiere è stato già indagato nel corso dell’operazione del 18 ottobre scorso, ma la sua posizione si è ulteriormente aggravata dopo il rinvenimento nell’abitazione del primario del reparto di Nefrologia, Elvira Sicurezza, di una documentazione bancaria proveniente dal Centro Rene Smeraldo, all’epoca gestito di fatto dal marito della dottoressa.

Sono attualmente indagati tre imprenditori e due medici dei reparti di Nefrologia degli ospedali Garibaldi e Vittorio Emanuele di Catania che avrebbero approfittato del rapporto diretto instaurato con pazienti in dialisi e con “pressioni psicologiche” li avrebbero indirizzati verso centri dialisi del gruppo “Diaverum” e del centro dialisi “Le Ciminiere”. Si tratta di Francesco Messina Denaro, di 55 anni, procuratore speciale della “Diaverum Italia Srl" per la Sicilia e cugino del super boss latitante, Salvatore Guerino, 65 anni e Carmelo Papa, 60 anni, rispettivamente amministratore delegato del centro dialisi privato “Le Ciminiere Srl”, Giorgio Leone, 52 anni ed Elvira Sicurezza, 65 anni, rispettivamente dirigenti medici in servizio nei reparti di Nefrologia e Dialisi degli ospedali Garibaldi e Vittorio Emanuele di Catania.

Le indagini hanno ricostruito diversi episodi di corruzione tra il luglio del 2014 e l’aprile del 2015. Il giudice ha anche disposto la nomina di un commissario giudiziale per un anno a carico delle due società coinvolte nelle indagini: la “Diaverum” di Assago e “Le Ciminiere” di Catania.

Gli indagati devono rispondere dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione per azioni contrarie ai doveri di ufficio nel periodo tra luglio 2014 e aprile 2015. Il personale della pubblica sanità corrotto sia infermieri che medici, in aperto conflitto di interessi e pienamente consapevole di compiere atti contrari al proprio ufficio, sarebbe stato pagato dagli imprenditori corruttori con assunzioni clientelari dei propri familiari nonché stipendi, consulenze e bonus contrattuali artatamente “gonfiati” ed attribuiti a prestanome o parenti.

Al centro del circuito corruttivo vi erano le società Diaverum  e Le Ciminiere i cui centri dialisi sono risultati i destinatari privilegiati dei pazienti dialitici così garantendosi l’erogazione di i contributi pubblici corrispondenti 40mila euro annui per paziente, ma anche l’acquisizione progressiva di quote di mercato tali da creare una posizione dominante nel settore dialitico privato della Sicilia orientale.

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