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Uccise un uomo durante una lite in un bar a Catania, condannato a 14 anni

CATANIA. I giudici della I sezione della Corte d'Assise di Catania hanno condannato a 14 anni di reclusione Filippo L'Abbate, di 55 anni, per l'omicidio di Angelo Di Bella, di 51 anni, avvenuto la notte tra il 4 ed il 5 novembre del 2014 a Catania al culmine di una lite per futili motivi scoppiata in un bar di Via Plaia. La vittima fu raggiunta da alcune coltellate nel torace, una delle quali al cuore.

L'Abbate venne arrestato da un pattuglia di carabinieri in borghese che in quel momento stava transitando lungo la strada. Di Bella morì poco dopo il trasporto nell'Ospedale Vittorio Emanuele.

Nei giorni scorsi è diventata definitiva la sentenza della prima Corte d'assise d'appello di Catania che, il 9 novembre 2015, ha condannato a sei anni e quattro mesi di reclusione, per omicidio volontario, Francesco Longo Minnolo, il vigilante di 35 anni accusato di avere ferito mortalmente con un colpo di pistola Giuseppe Giuffrida, 22 anni, il 4 ottobre del 2012, ai Mercati agro alimentari Sicilia (Maas). La prima sezione della Cassazione, su parere conforme della Procura generale e delle parti civili, ha rigettato il ricorso presentato dai legali dell'imputato.

I giudici di secondo grado avevano riformato in parte la sentenza del Gup Marina Rizza che, l'11 febbraio 2015, a conclusione del processo col rito abbreviato, aveva comminato all'imputato due anni e sei mesi di reclusione, derubricando l'accusa a eccesso di legittima difesa.

La Corte d'assise d'appello ha disposto anche una provvisionale di 20mila euro ciascuno per i genitori della vittima e di 10 mila per il fratello e la sorella di Giuffrida, che si erano costituiti parti civili, assistiti dagli avvocati Giuseppe Lipera, Grazia Coco, Claudia Branciforti e Salvatore Cavallaro.

La sparatoria avvenne all'ingresso dei Maas il 3 ottobre 2012: durante una violente lite Longo Minnolo avrebbe esploso un colpo all'addome della vittima con la sua Glock 19 calibro 9 per 21, in dotazione per il servizio di vigilanza. Il ventiduenne morì il giorno dopo in ospedale. Indagini sono state svolte dai carabinieri del comando provinciale. Longo Minnolo, difeso dagli avvocati Salvatore Trombetta e Fabrizio Siracusano, è attualmente agli arresti domiciliari.

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