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Bronte, abolita l’antica tradizione della doppia sepoltura

BRONTE. L’antica tradizione della «doppia sepoltura», tramandata a Bronte da cinque Confraternite ecclesiastiche e da privati titolari di cappelle, non può essere più praticata. Lo prevede un’ordinanza del sindaco Graziano Calanna emanata a seguito di tre note inviate al comune nel 2015 dai Servizi di Igiene dell’Asp di Catania e del localeDistretto sanitario.

Le Confraternite destinatarie del provvedimento sono: Gesù e Maria (Santuario Annunziata), Santissimo Sacramento (Chiesa Madre), Terz’Ordine Francescano (Cappuccini), San Carlo Borromeo (Chiesa della Catena), Maria Santissima della Misericordia (Parrocchia San Silvestro); e, ovviamente, i proprietari delle cappelle.

«In questo Comune - scrive nell’ordinanza il sindaco - le Confraternite assicurano agli associati, i “confratelli”, il servizio funebre e la tumulazione in loculo colombario all’interno delle cosiddette “chiese” (cappelle, ndr), di proprietà delle Confraternite poste all’interno del cimitero comunale». Sempre Calanna aggiunge: «È pratica consolidata da decenni che l’accesso della salma al loculo all’interno della “chiesa” avviene oltre 18 mesi dal decesso dopo che il feretro è stato deposto in un colatoio, una nicchia con fondo in terra chiusa con una lastra di marmo e ricavata sotto il pavimento di una specifica cappella ove il feretro è sistemato in posizione inclinata verso il basso. Tali modalità - precisa Calanna - sono state praticate anche in casi di sepolture private».

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