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Mafia, confisca da un milione a presunto esponente del clan Cappello a Catania

CATANIA. Personale della Direzione investigativa antimafia di Catania ha dato esecuzione a un decreto di confisca del patrimonio di un presunto appartenente clan mafioso Cappello.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catania a conclusione dell’iter giudiziario che, in accoglimento della proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia della locale Procura, aveva determinato l’emissione di un decreto di sequestro patrimoniale, eseguito nel 2016.

La confisca interessa unità immobiliari per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.

I beni sono stati confiscati ad Antonino Fichera, di 73 anni, I provvedimento ha riguardato un terreno ed un edificio di 4 piani con diverse unità immobiliari e garage. Fichera fu arrestato per omicidio il 21 maggio del 2013 ed attualmente è agli arresti domiciliari. Ha anche precedenti penali per furto, ricettazione, porto abusivo di armi, associazione per delinquere ed estorsione.

Il decreto di confisca - dice la Dia - ha confermato il quadro probatorio già condiviso dal Tribunale di Catania nel 2016 in sede di emissione del provvedimento di sequestro patrimoniale su proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata dalla Procura.

Dagli accertamenti delegati agli investigatori della Dia è emerso come Fichera abbia, insieme con il suo nucleo familiare, accumulato un ingente patrimonio, per il quale è emersa una notevole sproporzione tra le fonti dichiarate e i beni posseduti direttamente o indirettamente. Fichera è stato ritenuto esecutore materiale, insieme con Roberto Campisi - quest’ultimo già detenuto e ritenuto affiliato alla famiglia dei Cursoti milanesi - dell’omicidio, commesso il 26 agosto del 2008, di un presunto affiliato alla cosca rivale Sciuto - Tigna, Mario Mauceri, detto 'Mario U' Lintinisì, che Fichera riteneva coinvolto, per averlo attirato in un agguato, dell’uccisione del figlio Sebastiano, ritenuto affiliato proprio alla cosca Sciuto-Tigna.

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