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Bimbo per 5 ore in auto a Catania, il dramma del papà: "Un vuoto in testa"

Uno dei parcheggi dell'Università di Catania

Dice di avere "un grande vuoto in testa" il papà che ieri ha dimenticato il figlio di 2 anni chiuso in auto per oltre 5 ore, sotto al sole cocente di Catania. Interrogato per circa 2 ore, l'uomo, un ingegnere di 43 anni, ha raccontato di essere uscito di casa alle otto del mattino e di avere sistemato il figlio nel seggiolino, fissato nel sedile posteriore dell’auto.

I funerali si sono svolti in forma privata. La cerimonia funebre si è tenuta a Ognina, nella parrocchia 'Maris Stella'. Composto il dolore di mamma, papà, familiari, amici e colleghi che numerosi hanno partecipato alla messa. "Non ci sono parole da dire, cosa si può dire. Si può abbracciare una persona e basta perché non ci sono parole, non hanno bisogno di parole. È un gesto di affetto...", dice il parroco Carmelo Politi, che ha celebrato la funzione religiosa.

"Ho soltanto un grande vuoto in testa", ha detto. L'uomo, poi, ha raggiunto il posto di lavoro senza ricordare di aver lasciato il figlio di 2 anni in macchina. Poi la tragica scoperta, avvenuta dopo la chiamata della moglie, che ha chiesto dove si trovasse il figlio.

Il decesso del bimbo sarebbe stato causato dal caldo soffocante all’interno dell’auto. Proprio ieri a Catania le temperature hanno raggiunto i 35 gradi, mentre nel pomeriggio c'è stato un nubifragio.

L'uomo, indagato come atto dovuto per omicidio colposo, è stato interrogato dagli investigatori della Squadra mobile. È un uomo "disperato, distrutto, che piange continuamente e non riesce a spiegare l'accaduto", ha detto un investigatore dopo aver interrogato l'uomo. L'auto è stata ritrovata nel parcheggio del Policlinico di Catania, in un luogo sprovvisto di telecamere e poco frequentato. Intanto la salma del piccolo è stata restituita ai familiari.

La vicenda ha scatenato una serie di polemiche. La Meloni ha puntato il dito contro la politica, per la mancata approvazione del decreto che obbligo l'utilizzo di un dispositivo di allarme per i piccoli: "Sono molto arrabbiata come madre - ha detto questa mattina a Rtl 102.5 - e mi sento impotente come politico. Non so se questa tragedia si poteva evitare".

Anche il Codacons commenta la tragica vicenda, dando la responsabilità allo Stato italiano. "Non può non ravvedersi un nesso tra quanto accaduto ieri e i gravi ritardi nell’introduzione dell’obbligo dei seggiolini anti-abbandono sulle auto - afferma Carlo Rienzi - se fossero stati emanati a tempo debito i decreti attuativi della norma, forse oggi questa ennesima tragedia si sarebbe potuta evitare. L’Italia è colpevole di un grave ritardo in materia".

 

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