Impresa fa causa al comune di Bronte per avere 7 milioni e mezzo di risarcimento danni ma, su richiesta della difesa dell’ente locale, Tribunale e Corte di Appello di Catania l’hanno condannata a pagare 742 mila euro al Comune.
A seguito di gara d’appalto, il Comune nel 2012 stipulava una convenzione ventennale con un consorzio d’imprese, per "la razionalizzazione delle risorse energetiche finalizzate all’attivazione di un Comune sostenibile". Due anni dopo, il consorzio recedeva dal contratto e portava il Comune in tribunale chiedendo un maxi risarcimento di 7 milioni e mezzo di euro, perché l’ente non gli aveva consentito "di autoprodurre energia tramite la realizzazione di impianti fotovoltaici sui beni di proprietà comunale, non permettendogli di accedere ai siti nel tempo utile per accedere ai benefici di legge per la produzione di energia elettrica".
In giudizio, l’avvocato del comune di Bronte, Antonella Cordaro, collaborato dal capo ufficio tecnico, ingegnere Salvatore Caudullo, ha dimostrato l’infondatezza della richiesta e addirittura fatto risarcire il Comune. Nel 2017 "il Tribunale di Catania rigettò la domanda del consorzio condannandolo al pagamento di ben 742 mila euro ed al rispetto del contratto sottoscritto. Per i magistrati, infatti, il Comune mise a disposizione del consorzio ben 4 siti e poi l’autoproduzione di energia elettrica nel contratto era indicata come ipotesi meramente eventuale".
Il consorzio ha impugnato poi la sentenza, ma in questi giorni è arrivata la pronuncia della Corte di Appello di Catania, che ha confermato quella del Tribunale.
Il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, ha commentato: “Se non fossimo stati difesi con grande tenacia dall’avvocato Cordaro e se l’ingegnere Caudullo non fosse stato preciso nel suo lavoro, non saremmo stati capaci di dimostrare ai giudici la correttezza del nostro operato. Ringrazio la Magistratura per la puntualità e serenità di un giudizio che dimostra come non sempre la pubblica amministrazione sia superficiale e distratta".
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