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Il Tribunale di Catania taglia 800 mila euro di debiti a Fondazione ecclesiastica

Il tribunale di Catania

Cancellati a fondazione ecclesiastica quasi 800 mila euro di debiti dal Tribunale civile di Catania, che ha emesso il decreto di omologazione dell’«accordo di composizione della crisi da sovraindebitamento», da questo mese in fase d’attuazione. Sulla procedura, gestita dall’«Organismo di composizione della crisi» (Occ), dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Catania, il referente dottor Salvatore Toscano precisa: «È la più importante trattata dal nostro Organismo, sia per la massa debitoria, di oltre 4 milioni di euro, sia per la finalità etica».

La fondazione etnea, operante nel campo socio-assistenziale senza scopo di lucro e per fini caritatevoli, non riusciva più a pagare i debiti accumulati nel tempo, a causa dell’onerosa amministrazione di una casa per anziani. Volendo proseguire nella missione statutaria, due anni fa il consiglio d’amministrazione dell’ente morale decideva di rivolgersi all’Occ dei commercialisti, per usufruire delle tutele previste dalla legge 3/2012.
L’«Organismo di composizione della crisi», per gestire la complessa vicenda, nominava un collegio di tre esperti contabili, i dottori commercialisti Alessio Nasti, Alfredo Piazza e Maurizio Stella, i quali, dopo circa un anno e mezzo di verifiche contabili, accertamenti patrimoniali e riscontri presso debitori e creditori, ricostruivano il quadro finanziario della fondazione e stabilivano con certezza attivi e passivi di bilancio, da sottoporre poi al Tribunale.

Il collegio di gestori rilevava un’ingente esposizione debitoria dell’ente, con passività residue pari a 4.127.681 euro, suddivise fra: creditori ipotecari (1.703.700,61 euro, per mutui); creditori privilegiati (1.320.932,94, di cui 634.214 per stipendi arretrati e trattamenti di fine rapporto di dipendenti); creditori chirografari (1.103.047,51 euro, dovuti a fornitori, professionisti e istituti di credito). Solo per tale ultima categoria di debiti, tuttavia, la legge sulla «composizione delle crisi da sovraindebitamento» prevede possibilità di riduzioni, così la fondazione ne proponeva una falcidia del 70 per cento ai creditori, che gli stessi approvavano con l’82,87 per cento di consenso. A questo punto, ottenuta dal giudice l’omologazione dell’accordo con i creditori, rispetto all’importo originario per i debiti chirografari la fondazione rimborserà a professionisti, fornitori e banche solo il 30 per cento, ossia 331.176,27 euro, con un beneficio di 772.132 euro.

Sulle ragioni della crisi, l’Occ relazionava al Tribunale che «la fondazione, in ragione del precipuo scopo assistenziale, ha sempre permesso ai degenti che non potevano contribuire (per intero o in parte) al pagamento della retta, di permanere nella casa di riposo»; quest’ultima circostanza diveniva «la prima ragione del formarsi, negli anni, di un cospicuo indebitamento, atteso che, in virtù di tale scelta di natura etica, le entrate non consentivano nella maggior parte dei casi di coprire i costi di gestione della struttura». La struttura, nel frattempo, veniva concessa in affitto ad una cooperativa sociale, subentrata quale gestore della casa di riposo.

Il «Tribunale - Sesta sezione civile» di Catania, giudice la dottoressa Laura Messina, su richiesta dell’Occ lo scorso settembre ha ammesso la fondazione alla procedura di composizione e, all’inizio di quest’anno, «vista la relazione depositata dall’Organismo di composizione della crisi» ha omologato l’accordo con i creditori e falcidiati quasi 800mila euro di debiti. Il taglio consentirà alla fondazione ecclesiastica di risanare il bilancio, evitare insolvenze e rispettare il piano generale dei pagamenti, da questo mese entrato a regime, in favore di tutti i creditori che, rispetto agli oltre 4 milioni iniziali, riceveranno «l’importo complessivo di euro 3.478.932» inclusi «interessi di dilazione ed al netto delle falcidie», distribuito in 10 anni, con scadenze da un minimo di 2 a un massimo di 120 rate mensili.

Il referente dell’«Organismo di composizione della crisi» dell’ordine dei dottori commercialisti etnei, dottor Salvatore Toscano, ha commentato: «Per massa debitoria e rilevanza sociale questa è la procedura più importante che sia stata trattata dal nostro Organismo. Con questo accordo i benefici sono duplici: il ceto creditorio ha evitato procedure esecutive individuali, che a fronte dei costi necessari non gli avrebbero garantito le stesse somme oggi assicurate dalla procedura, e la fondazione può proseguire nell’attività in favore dei più bisognosi, con salvaguardia di numerosi posti di lavoro».

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