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Focolaio nella chiesa di San Vito a Bronte, il rettore smentisce: "Diffondere false notizie è male"

Fedeli all'interno della chiesa San Vito di Bronte

A Bronte aumentano i positivi al Coronavirus e le fakenews sul focolaio nella chiesa di San Vito che il rettore fra’ Benedetto Lipari smentisce con invito «a prendere coscienza del male che arreca la diffusione di false notizie».

Nella cittadina etnea, rispetto ai dati del 5 aprile, negli ultimi 10 giorni post-pasquali i contagiati da 9 sono saliti a 70, in esito ai circa 1300 tamponi eseguiti dall’Usca di Bronte giovedì, martedì e ieri, mentre sono attesi i risultati dello screening di oggi dell’Usca-Scuola.

Secondo alcuni “bene informati”, però, i positivi erano oltre 200 già la settimana scorsa e il luogo privilegiato di propagazione del virus era stato, appunto, la chiesa di San Vito durante la messa di Pasqua, che non è stata celebrata.
Spiega il rettore fra’ Benedetto: «Come in altre chiese, ma con minor frequenza, a San Vito ci sono stati momenti di preghiera anche per la preparazione alla santa Pasqua. Noi abbiamo rispettato il distanziamento fra i partecipanti in mascherina, sanificati i banchi, puliti i locali e celebrata l’Eucaristia secondo i protocolli anti Covid. Il pomeriggio del 3 aprile, prima delle funzioni per la vigilia di Pasqua, mentre ero in chiesa apprendevo telefonicamente da un fedele che era positivo al Coronavirus, così in accordo con il sindaco e con l’Usca, in via precauzionale, abbiamo sospeso tutto».

Continua il rettore: «Io per primo, dovendo rientrare in comunità a Biancavilla, quello stesso pomeriggio ho fatto il tampone all’Usca di Bronte con esito negativo, risultato confermato del resto da successivi tamponi. Nel gruppo dei fedeli qualche altro positivo, di recente, sarebbe stato accertato, ma stabilirne un nesso del contagio con la chiesa è una maldicenza che crea allarmismi infondati».

Rispetto alla quotidiana evidenza che i contagi possono avvenire ovunque, perché gli attuali 70 positivi è chiaro che non sono tutti francescani, le voci pregiudizievoli circolanti a Bronte - così sui social così in piazza - sono altre spiega frate Benedetto: «Secondo alcuni “esperti epidemiologi”, seppur più volte negativo ribadisco, io ho portato il virus da Biancavilla, zona rossa, contagiati i fedeli di san Vito e pertanto tutti i francescani siamo diventati untori pasquali, ma in accezione virulenta. Spero che si prenda coscienza di quanto male si possa fare parlando a sproposito e senza fondamento. Auguriamo sempre pace e bene per tutti, concludo con un invito alla riflessione sulle parole del perseguitato profeta Geremia: Udivo le calunnie di molti: Terrore all’intorno! Denunciatelo e lo denunceremo».

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