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Azienda agricola distrutta da un incendio a Paternò, non è la prima volta: indagini in corso

"Era annata di carica. L’intera produzione di olive per olio è perduta. Bruciate le condotte primarie e secondarie degli impianti d’irrigazione. Nonostante gli sforzi dei miei cari amici agricoltori e della protezione civile, gli ulivi secolari hanno bruciato tutta la notte! Li conoscevo uno ad uno! Erano l’anima di quella collina". Così, su Facebook, il giovane imprenditore agricolo di Paternò, nel Catanese, Emanuele Feltri, ha denunciato il rogo che ha distrutto la sua azienda agricola. Feltri che da anni porta avanti la "sua battaglia per la legalità" in passato è stato più volte vittima di danneggiamenti e atti vandalici. Sono in corso indagini da parte delle forze dell’ordine.

"Grazie a tutti - si legge nel post - per il sostegno ma adesso un vuoto immenso ha fagocitato dieci anni di sudore, sogni e prospettive. Il danno in termini economici è immenso, come devastante è l’impatto psicologico. Tanti altri agricoltori, ieri hanno perso tutto. Non è più il momento di sprecare risorse perchè "zappari all’acqua e siminari o ventu" non è una lotta ma un autodistruzione! Sono per la prima volta rimasto senza parole. Ma qualcosa vorrei dirla. Chiedo a nome di tutta la contra Sciddicuni e Poira: Che venga aperta immediatamente un’indagine per capire cosa c'è dietro ad un atto di questa portata. Necessitiamo di un cassone dove conferire tutta la plastica bruciata degli impianti di irrigazione".

"Per pensare di dare un futuro a queste contrade - continua Feltri - è necessario che il comune mandi i suoi tecnici per ripristinare la strada attraverso i fondi europei che finanziano al 100% le strade interpoderali se a presentare il progetto è il comune. Chiediamo una condotta nuova che dal consorzio di bonifica 9 porti acqua irrigua alla contrada. Chiediamo un contributo procapite per tutte le realtà agricole e zootecniche che hanno subito danni. Chiediamo fieno per gli allevatori che hanno perso il pascolo e degli abbeveratoi dislocati in vari punti della contrada. Chiediamo che ci venga ridata la dignità e il rispetto che il nostro lavoro merita. Non è tempo di parole ma di fatti".

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