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I due motopesca tornati in Sicilia: «Sotto gli spari dei libici per mezz'ora»

Il peschereccio Mercurio

Sono arrivati nel porto di Aci Trezza i due pescherecci della marineria «trezzota» il Salvatore Mercurio e il Luigi Primo, finiti nel mirino di una motovedetta libica la sera del 2 giugno a largo di Bengasi durante una battuta di pesca d’altura. Dalle due imbarcazioni sono sbarcati dodici membri dell’equipaggio e presto saranno sentiti dagli investigatori dei carabinieri.

«Finalmente a casa - spiega ad Agi Salvatore Russo - è stata una brutta avventura», dice ripercorrendo i momenti durante i quali le due barche di Aci Trezza sono diventate bersaglio dei libici: «Eravamo a circa 100 miglia dalla costa libica, in acque internazionali eppure abbiamo subito l’abuso da parte loro. Per oltre mezz'ora ci hanno sparato contro. All’inizio abbiamo chiesto informazione via radio su chi fossero, è stato l’equipaggio della nave militare Grecale in navigazione in quel tratto di mare a dirci di non fermarci e sono stati loro con la presenza in mare a permetterci di potere allontanarci...».

«Sono stati attimi drammatici... con i colpi sparati che ci sfioravano... abbiamo sfiorato l’infarto», continua Il membro dell’equipaggio. Le due imbarcazioni avevano oltre mille chili di pescato, «glielo avremmo regalato se era questo quello che volevano - aggiunge Russo - pur di non essere bersaglio dei loro fucili...».

Sulla vicenda il presidente degli armatori siciliani Fabio Micalizzi ha presentato una denuncia alla procura di Roma competente perché il reato si sarebbe consumato in acque internazionali. Gli armatori chiedono il rafforzamento della vigilanza nelle acque e un tavolo con tutte le parti in causa per porre fine alla guerra del mare.

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