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Movente, luogo e arma del delitto: tre «buchi» da colmare, la mamma di Elena dal gip

L'avvocato Gabriele Celesti difensore di Martina Patti, la 23enne che ha confessato l'omicidio della figlia Elena di 5 anni

Da due giorni non parla con nessuno, è in carcere in isolamento, guardata a vista dalla polizia penitenziaria, Martina Patti, la 23enne accusata dell’omicidio della figlia Elena, di nemmeno 5 anni (li avrebbe compiuti a luglio). «Sta bene, ma è molto provata e quando parla di sua figlia è travolta dall’emozione e piange», dice il suo avvocato Gabriele Celesti che le ha parlato in videoconferenza, perché il previsto l'incontro con la sua assistita «non c'è stato» perché è «in isolamento fiduciario per le norme anti Covid».

In carcere, Martina Patti è sola in cella sorvegliata a vista; è stata più volte chiamata in infermeria per il supporto psicologico ma è apparentemente serena e tranquilla. Nelle prossime ore comparirà per l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Daniela Monaco Crea per la convalida del suo fermo per omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere. L’udienza è stata fissata per le 9.30 L’avvocato Celesti non anticipa la strategia difensiva, anche se durante il colloquio con il suo legale la donna «non ha aggiunto altri particolari rispetto alle dichiarazioni già rese». Ma la linea di domani, per l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip, «non è ancora decisa». «Valuteremo insieme», sottolinea il penalista se rispondere alle domande del giudice o avvalersi della facoltà di non rispondere. «Se lei vorrà colmare alcuni "buchi" - osserva il legale - allora farà dichiarazioni aggiuntive. Ma potrebbe scegliere di non farle in questa fase e le farà più avanti».

Tra i «buchi» della sua confessione ci sono il movente (si è parlato della gelosia, ma è un'ipotesi investigativa), il luogo (la madre ha detto di averla uccisa nel terreno in cui poi è stata seppellita, ma è una versione tutt'altro che certa) e l’arma del delitto (si pensa al coltello da cucina, ma non è stato finora trovato). Che potranno essere colmati, almeno in parte, dall’autopsia, e domani verrà scelto il medico legale, e dai rilievi che i carabinieri eseguiranno nella casa della donna.  Nessun riscontro, al momento, sull'ipotesi di un presunto aiuto che Martina potrebbe aver avuto per commettere il delitto o tentare di nascondere il cadavere, prima di simulare il rapimento della bambina da parte di un commando armato. E c'è anche il tema, sostenuto dall’accusa, della premeditazione, che l'avvocato Celesti riconduce a «ipotesi investigative».

 

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