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L'inchiesta di Catania sulla sanità: incarichi o borse di studio per accontentare i politici

Un fermo immagine dal video dei carabinieri sull'operazione di Catania

Stabilivano a tavolino chi doveva vincere, a Catania, incarichi e borse di studio dai 10.000 ai 40.000 euro, a cominciare dai proprio familiari, ma stando bene attenti a mantenere buoni rapporti con le gerarchie professionali e con le diverse aree politiche. Aldo Missale, 51 anni, funzionario amministrativo dell’Università e poi direttore amministrativo dell’Ordine dei medici di Catania, ed Ezio Campagna, vice presidente dello stesso Ordine, pianificavano tutto con la massima attenzione, anche a non eccedere – dal loro punto di vista – per non creare invidie e malcontento.

E così, dalle 1041 pagine dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Simona Ragazzi emerge che Campagna suggeriva a Missale di comprendere una figura professionale nel settore della radiologia per poter inserire la figlia neo laureata di Antonio Scavone, membro della giunta regionale guidata da Musumeci, «in modo da comprare a costo zero il favore dell’assessore eegionale alla Famiglia ed ottenere da lui una spinta ai loro progetti nonché la garanzia di una durata di ulteriori due anni. "Serve una persona che è in specializzazione per studiare la diagnostica per immagini … noi dobbiamo gratificare Scavone ...")».

Campagna, nell’occasione, ribadiva a Missale che, oltre a Scavone, dovevano inserire nominativi graditi anche a Nicola D’Agostino (che non è tra gli indagati) e a Ruggero Razza, altro assessore (alla Sanità) del governo Musumeci, evidenziando il criterio apertamente e sfacciatamente clientelare con cui venivano prese tali decisioni facendo riferimento alla «lista della spesa» redatta dai loro referenti palermitani.

In un ulteriore passaggio i due facevano cenno alla figlia di Giuseppe Arcidiacono (Asia, che risulterà vincitrice di un incarico nel progetto Osas, per un importo di 12.500 euro) che doveva essere inserita in modo da non risultare incompatibile con il padre, promotore del Progetto Cardio presso l’Arnas Garibaldi («Poi questa qua è la figlia di Pippo (Arcidiacono)… e lui non se la può mettere sul Cardio, quindi vuol dire che tu apri una posizione da Cardio».

Campagna e Missale assecondavano la richiesta di Arcidiacono di aggiudicare all’ex moglie Tiziana Ciaramidaro l’incarico a tempo determinato per la cifra di 20.000 euro riguardante un amministrativo in possesso di laurea. Ma non è finita, sempre secondo l’ordinanza del gip, Arcidiacono, cardiologo al Garibaldi e assessore comunale a Catania, concordava con Missale di fare risultare Egidia Bontà aggiudicataria dell’incarico a tempo determinato per un laureato in Scienze motorie con esperienza nel metodo Stot Pilates, per un importo di 24.000 euro.

Ad Antonio Scavone, intanto, veniva garantita l’assegnazione dell’incarico a tempo determinato, riguardante un amministrativo con diploma per 15.000 euro, a Loredana Gullotto, compagna dell’allora assessore regionale alla Famiglia. Ruggero Razza, all’epoca dei fatti con delega alla Salute nella giunta Musumeci, secondo il gip sarebbe l’istigatore, di una «raccomandazione» riferita da Daniele Sorelli, capo della segreteria tecnica, e Francesco Lo Re, segretario particolare, a Campagna, in modo da inserire un dentista di Trapani nel Progetto Osas, per un incarico da 10.000 euro.

I quattro indagati agli arresti domiciliari, Campagna, Missale, Arcidiacono e Sebastiano Ferlito, medico odontoiatra, saranno interrogati dal gip il prossimo 3 maggio, il 5 toccherà agli indagati per i quali il pubblico ministero aveva chiesto altre misure cautelari, tra questi i due ex assessore regionali Scavone e Razza.

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